Da un lato l’esultanza di Hamas, dall’altro l’ira di Israele. Queste le reazioni all’approvazione da parte dell’Onu della risoluzione per il cessate il fuoco immediato a Gaza. Hamas, infatti, «saluta» la decisione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, sottolineando la sua «disponibilità ad impegnarci in un immediato processo di scambio di prigionieri che porti al rilascio dei prigionieri». Invece, per Israele è «una vergogna» che l’Onu non abbia condannato l’attacco di Hamas del 7 ottobre. Lo sottolinea l’ambasciatore israeliano all’Onu, Gilad Erdan: «Hamas ha iniziato la guerra, da questo testo sembra che la guerra sia iniziata da sola. Israele non voleva questa guerra». Inoltre, ritiene che il fatto che il cessate il fuoco non sia subordinato al rilascio degli ostaggi «danneggia gli sforzi, tutti avrebbero dovuto votare contro questa vergognosa risoluzione». Intanto, il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant chiarisce che non c’è l’intenzione di fermare la guerra a Gaza: «Non abbiamo il diritto morale di fermare la guerra a Gaza fino al ritorno di tutti i nostri ostaggi a casa. La mancanza di una vittoria decisiva a Gaza ci può portare più vicini alla guerra nel nord».



Il concetto è stato ribadito dal ministro degli Esteri Israel Katz su X: «Israele non cesserà il fuoco. Distruggeremo Hamas e continueremo a combattere finché l’ultimo degli ostaggi non sarà tornato a casa». Si fa sentire anche il ministro del Gabinetto di guerra israeliano Benny Gantz: «Lo stato di Israele ha l’obbligo morale di continuare a combattere fino alla restituzione degli ostaggi e alla rimozione della minaccia di Hamas, ed è quello che faremo», il tweet. Dagli Stati Uniti arriva la voce dell’ambasciatrice Linda Thomas-Greenfield, la quale spiega che la risoluzione dell’Onu ha «ignorato diversi punti cruciali, prima fra tutti una chiara condanna ad Hamas», motivo per il quale c’è stata l’astensione degli Usa. Ma la risoluzione è comunque passata proprio perché c’è stata l’astensione, non il veto. Tanto è bastato a Israele per decidere di annullare la visita della delegazione a Washington. «Siamo molto delusi», il commento di John Kirby, portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale americana. (agg. di Silvana Palazzo)



ONU, PASSA RISOLUZIONE PER CESSATE FUOCO A GAZA

L’Onu ha chiesto il cessate il fuoco immediato a Gaza. Per la prima volta dall’inizio della guerra, le Nazioni Unite sono riuscite a superare i veti incrociati e ad approvare la risoluzione presentata dal Mozambico con cui si chiede appunto il cessate il fuoco nella Striscia. Dopo il tentativo fallito dagli Usa, il cui documento è stato bocciato da Russia e Cina, la nuova risoluzione ha ottenuto 14 voti a favore con l’astensione proprio degli Stati Uniti. Nel testo si «chiede un cessate il fuoco immediato per il Ramadan rispettato da tutte le parti che conduca a un cessate il fuoco durevole e sostenibile e il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi, nonché la garanzia dell’accesso umanitario per far fronte alle loro esigenze mediche e umanitarie».



Il dibattito si è concentrato attorno al termine «durevole» in merito al cessate il fuoco. Prima del voto, aveva preso la parola il rappresentante permanente della Russia aveva proposto un emendamento per la sostituzione di quella parola con il termine «permanente», fermento la guerra, salvo violazioni della risoluzione. La modifica, molto discussa, alla fine non ha trovato il sostegno del Consiglio, ma la Russia ha comunque votato a favore del testo. Quindi, l’ambasciatore Vassily Nebenzia ha commentato spiegando che la mancata modifica «annacqua il testo e lascia spazio alle interpretazioni, permettendo a Israele di riprendere le operazioni militari in qualsiasi momento».

IRA NETANYAHU PER ASTENSIONE USA: “PASSO INDIETRO”

Era stato l’ambasciatore Pedro Comissário Afonso, rappresentante del Mozambico, a proporre la risoluzione, col sostegno di Algeria, Guyana, Ecuador, Giappone, Malta, Sierra Leone, Slovenia, Sud Corea e Svizzera. In riferimento al Ramadan, ha spiegato che il documento chiede «un immediato cessate il fuoco durante il periodo sacro che conduca allo stesso tempo verso un cessate il fuoco permanente e sostenibile. La bozza richiede un immediato e incondizionato rilascio di tutti gli ostaggi e sottolinea che l’accesso umanitario sia permesso per affrontare tutte le necessità mediche ed umanitarie a Gaza». L’ambasciatrice Usa all’Onu, Linda Thomas-Greenfield, ritiene che il Consiglio Onu si sia espresso oggi «in sostegno degli sforzi diplomatici condotti da Usa, Qatar e Egitto per arrivare ad un immediato cessate il fuoco sostenibile, garantire l’immediato rilascio di tutti i palestinesi ed aiutare ad alleviare le sofferenze dei civili palestinesi a Gaza che hanno una terribile necessità di protezione e aiuti umanitari che salvano la vita». Invece, il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres avverte che «questa risoluzione deve essere attuata, un fallimento sarebbe imperdonabile».

La reazione di Israele, invece, è stata molto dura. Il premier Netanyahu, infatti, ha deciso di annullare la visita della delegazione israeliana a Washington, dopo l’astensione degli Usa al Consiglio di Sicurezza dell’Onu sulla risoluzione che chiede il cessate il fuoco a Gaza. Il voto Usa, la sua astensione, «è un passo indietro chiaro dalle posizioni costanti degli Usa dall’inizio della guerra». Lo ha dichiarato l’ufficio del premier israeliano sulla posizione degli Usa al Palazzo di Vetro oggi. «Questo ritiro colpisce lo sforzo bellico e per liberare i nostri ostaggi perché offre a Hamas la speranza che pressioni internazionali gli consentiranno di ottenere un cessate il fuoco senza liberare i nostri ostaggi».