“Tutti sapevano che Onu e Hamas collaborano, ma ci avete ignorati”
Yossi Klein Halevi, intellettuale israelo-americano di Gerusalemme, in un’intervista con il Foglio ha parlato del recente caso, reso noto da una lunga inchiesta del New York Times, che ha coinvolto alcuni funzionari l’agenzia Unrwa, alle dipendenze dell’Onu, che avrebbero partecipato agli attacchi di Hamas contro Israele. Secondo il NYT complessivamente il 10% del personale della missione delle Nazioni Unite a Gaza avrebbe legami, anche stretti, con i terroristi.
“Tutti in Israele sapevano che Hamas e Unrwa sono la stessa cosa“, ha sottolineato immediatamente Halevi, precisando a parziale discolpa dell’Onu, che “non puoi lavorare in modo indipendente a Gaza”. I terroristi, infatti, controllano “tutto, dai curricula nelle scuole fino alla partecipazione attiva nel terrorismo”. L’intellettuale, infatti, più che dello scandalo in sé, si dice stupito dalla “sorpresa [manifestata] della comunità internazionale”, visto che “li avevamo avvertiti“. Halevi sottolinea che “l’Onu a Gaza avvelenava generazione dopo generazione” e seppur in Israele fosse chiaro a tutti, “pochi se ne sono curati e c’è voluta una atrocità con il coinvolgimento dell’Unrwa per costringerli a vedere in faccia il mostro che avevano loro stessi creato”.
Halevi: “Caso Unrwa emblema della violenza occidentale contro Israele”
Gli intrecci tra l’Onu e l’Unrwa con Hamas, ben noti in Israele, secondo Halevi sono “qualcosa che i paesi hanno ignorato per molti anni, ma ora, a causa del collegamento diretto con la brutalità del 7 ottobre, si riconosce che [l’agenzia delle Nazioni Unite] non può continuare a funzionare come è stato fino a ora”. Ed è emblematico in tal senso che “un’amministrazione democratica ha congelato i finanziamenti” per l’agenzia.
“Israele”, sottolinea ancora Halevi, “non sta affrontando solo gruppi genocidari ai confini” e la crisi interna di Onu e Unrwa, “ma anche l’assalto da parte di un pezzo d’occidente, che sta dando legittimità e copertura morale agli assassini. In questo senso” precisa l’intellettuale, “la complicità dell’Onu nel 7 ottobre è una metafora” della violenza e dell’opposizione occidentale nei confronti del popolo ebraico. Evocare il genocidio per Israele, in tal senso, secondo Halevi, è la disumanizzazione definitiva, nonché “il motivo per cui la gente strappa i manifesti degli israeliani rapiti [perché] vedere foto di bambini rapiti è una minaccia a una visione del mondo in cui non può esserci spazio per la legittimità israeliana”.