La sostanza non cambia, perché ciò che sta accadendo a Gaza resta una tragedia immane e i numeri restano alti, ma bisogna prendere atto della revisione dell’Onu al bilancio delle vittime della guerra sulla Striscia. Infatti, l’Ufficio per il coordinamento degli affari umanitari delle Nazioni Unite (Ocha) ha dimezzato il bilancio di donne e minori uccisi nel conflitto iniziato con l’attacco di Hamas a Israele del 7 ottobre 2023, quindi sono meno rispetto ai dati forniti da Hamas. Non a caso Farhan Aziz Haq, portavoce del segretario generale dell’Onu, a Fox News ha riconosciuto che le squadre Onu che si trovano sul posto a Gaza non riescono a verificare in maniera indipendente i dati per «l’enorme quantità di morti».
DONNE E BAMBINI UCCISI A GAZA, LE INCONGRUENZE SUI DATI
Le prime discrepanze erano emerse tra il 6 e 8 maggio: nel primo caso sono stati indicati i dati che si basavano sulle informazioni fornite dall’ufficio medio di Gaza e dal Servizio di sicurezza palestinese, che dipende dal ministero dell’Interno, guidato da Hamas; due giorni dopo sono apparsi quelli di Ocha. Se il 6 maggio si parlava di 14.500 bambini tra le vittime, due giorni dopo erano scesi a 7.797. Sono stati ridimensionati anche i dati sulle donne: il 6 maggio erano 9.500 quelle uccise, due giorni dopo 4.959.
In generale, nel primo report l’Onu indicava 34.735 vittime a Gaza, due giorni dopo 34.844, aggiungendo però uomini (10.006) e anziani (1.924). A segnalare la revisione del bilancio è stato il quotidiano israeliano Jerusalem Post, ma altre discrepanze erano emerse a gennaio dal Washington Institute for Near East Policy, un think tank pro Israele che ha sede in Usa: i numeri indicati da Hamas erano simili a quelli indicati dall’Onu, per poi differenziarsi, alimentando i dubbi sull’attendibilità. Lo stesso presidente americano Joe Biden aveva dichiarato di non fidarsi dei numeri forniti dai palestinesi.
ONU DIMEZZA DATI VITTIME, ISRAELE CHIEDE DIMISSIONI GUTERRES
Per il professor Abraham Wyner, esperto di statistica della Wharton University, i dati sui morti indicati da Hamas sono aumentati in maniera innaturale e in modo troppo regolare. Il docente, intervenuto ai microfoni del Tablet Magazine, ha spiegato che l’intensità cambia da un giorno all’altro e così il bilancio delle vittime. Hamas avrebbe fornito numeri cresciuti in maniera costante. Per David Adesnik, analista di una no profit Usa bipartisan e neoconservatrice Foundation for Defense of Democracies, la revisione dell’Onu può suggerire che avrebbero riconosciuto la mancanza di prove riguardo le iniziali denunce di Hamas, che parlava di oltre 14mila bambini e 9mila donne uccise a Gaza.
D’altra parte, ritiene che l’Onu dovrebbe dichiarare di non ritenere più attendibili le fonti come invece è accaduto per mesi, ma lo ritiene comunque un passo in avanti. Durissimo è stato invece il ministro degli Esteri israeliano Katz, che su X ha parlato di «miracolo della resurrezione dei morti a Gaza» e sollecitato le dimissioni del segretario generale Antonio Guterres perché si è fidato dei dati di Hamas.