Un recente annuncio dell’ONU è tornato a parlare della crisi climatica globale, sostenendo che quasi certamente il periodo di cinque anni tra il 2023 e il 2027 sarà in assoluto il più caldo che l’umanità abbia mai registrato. La ragione, avvertono dalle Nazioni Unite, va ricercata soprattutto dell’accumulo crescente di gas serra in atmosfera, che incontrerà il fenomeno meteorologico noto come El Nino che dovrebbe presentarsi attorno a settembre.



Se l’annuncio dell’ONU dovesse rivelarsi effettivamente veritiero, trattandosi comunque di una stima statistica, i prossimi cinque anni potrebbero abbondantemente superare le temperature registrate tra il 2015 e il 2022, considerate oggi tra le più alte. Secondo le Nazioni Unite, “c’è una probabilità del 98% che almeno uno di questi cinque anni sarà il più caldo mai registrato“, parlando di temperature che saranno tra gli 1,1 e gli 1,8 gradi in più rispetto alle medie del periodo dal 1850 al 1900. L’annuncio dell’ONU, insomma, dimostrerebbe che è necessario accelerare rispetto agli accordi di Parigi del 2015, che hanno fissato la soglia massima di temperature “ben al di sotto” dei 2 gradi in più rispetto alla media di quel periodo.



ONU: “Ripercussioni su vasta scala”

Insomma, le previsioni dell’ONU darebbero con una certezza del 66% l’ipotesi che, complessivamente, nei prossimi 5 anni le temperature saranno in media di 1,5 gradi superiori alle medie del periodo preindustriale, rispetto all’1,15 gradi medi in più registrati l’anno scorso. La ragione, oltre all’ormai evidente azione antropica che porta all’accumulo di Co2 nell’atmosfera, sarebbe l’avvicinarsi di El Nino.

Secondo l’ONU, infatti, il particolare fenomeno meteorologico dovrebbe essere previsto per fine luglio, o al massimo fine settembre. El Nino è un fenomeno noto, che si presenta ogni 2 o 7 anni, e che porta ad un naturale innalzamento delle temperature globali nell’anno successivo (dunque il 2024), e se normalmente La Nina (suo corrispettivo che abbassa le temperature) riesce a mitigare questo effetto, i gas serra renderanno tutto più difficile. Petteri Taalas, segretario dell’Organizzazione meteorologica mondiale, branca dell’ONU, ha spiegato che “Ciò avrà ripercussioni di vasta portata per la salute, la sicurezza alimentare, la gestione dell’acqua e l’ambiente. Dobbiamo essere preparati” perché ci troveremo in “un territorio inesplorato”.