Nella puntata di ieri della trasmissione Fuori dal Coro è stata presentata la particolare storia di uno scandalo che coinvolgerebbe l’ONU (l’Organizzazione delle Nazioni Unite). Secondo quanto appreso dalla redazione della trasmissione, infatti, in ballo ci sarebbero addirittura 61 milioni di dollari, destinati ad un progetto per favorire le popolazioni più povere al mondo, che però non è mai stato realizzato, ed i soldi, ovviamente, sono spariti nel nulla. La risonanza mediatica dello scandalo è pressoché nulla, ma all’interno dell’ONU sembra che la questione non sia affatto ignota, tanto da aver portato alcuni funzionari d’alto rango a dimettersi dal loro ruolo.
Lo scandalo dell’ONU da 61 milioni
Ad aver scoperto lo scandalo che coinvolgerebbe l’ONU, di cui si è parlato durante la trasmissione Fuori dal Coro, è stato il professor Mukesh Kapila, che intervistato dalla trasmissione ammette che “non c’è mai stata trasparenza nelle Nazioni Unite”. Una trasparenza che, questa volta, sarebbe costata addirittura 61 milioni di dollari dei contribuenti di tutto il mondo, destinati originariamente ad un progetto di tutto rispetto, ovvero la costruzione di case efficienti dal punto di vista ambientale nei paesi poveri del mondo.
Per lo scandalo dell’ONU si sarebbe, addirittura, dimessa la direttrice esecutiva Greta Faremo, colpevole di aver affidato quei soldi ad un sedicente imprenditore inglese, incontrato a New York. Come spesso accade, inoltre, sarebbe incluso anche un italiano, Paolo Zampolli, particolarmente famoso in America, tanto da essere ambasciatore alle Nazioni Unite della Repubblica Domenicana. Zampolli, mediatore nello scandalo ONU, avrebbe fatto incontrare Faremo con l’imprenditore, tale David Kendrick. A quest’ultimo Faremo ha consegnato i soldi del progetto perché lo realizzasse, ma lui di fatto sarebbe sparito nel nulla, intascandosi l’ingente somma di denaro. Inoltre, come se questo non fosse abbastanza, lo stesso Kapila racconta anche che la stessa Faremo, in un’altra occasione, avrebbe consegnato alla figlia dell’imprenditore altri 3 milioni di dollari per una campagna per salvare gli oceani. La ragazza ha prodotto una canzone, l’Inno degli oceani, che tuttavia nessuno conosce, altri soldi sprecati.
La risposta dell’ONU allo scandalo
All’interno dell’ONU, insomma, sembra che lo scandalo fosse già noto da tempo, tanto da aver portato Faremo, assieme ad altri funzionari, a licenziarsi dal suo ruolo nelle Nazioni Unite. Queste, interpellate dalla redazione di Fuori dal Coro, avrebbero candidamente ammesso di essere a conoscenza della questione. Avrebbero detto di star facendo tutto il possibile per trovare quei soldi, che non sanno dove siano finiti, ammettendo anche che l’appalto all’imprenditore americano sia stato fatto al di fuori dei regolamenti interni delle Nazioni Unite.