Dopo una lunghissima giornata di trattative che si è aperta alle 10 e si è conclusa solamente attorno alle 18 l’Assemblea generale dell’ONU ha approvato una risoluzione che aprirebbe le porte all’ingresso della Palestina nell’Alleanza: il condizione è d’obbligo, perché nonostante l’ampissimo margine di voti a favore il testo dovrà essere ancora approvato dal Consiglio di Sicurezza, con il rischio che gli Stati Uniti appongano il loro veto. Comunque sia, con la votazione di oggi dell’ONU la Palestina passa a tutti gli effetti dallo status assunto nel 2012 di “Stato osservatore” a quello di “Stato osservatore non membro” che presuppone tutta una seria di diritti e privilegi finora negati allo stato palestinese.
Accennavamo ai voti e specifichiamo che la risoluzione è stata votata positivamente da 143 membri, mentre 9 si sono astenuti (tra voi, ovviamente, Israele e gli Stati Uniti) e 25 hanno preferito astenersi: l’Italia rientra nell’ultimo gruppo e dopo la votazione in sede dell’ONU il nostro ambasciatore – Maurizio Massari – si è detto contrario ad un testo che “non contribuirà all’obiettivo di una soluzione duratura al conflitto“.
Dall’ONU via libera all’adesione della Palestina: cosa cambia ora
Singolare, sullo scranno dell’ONU, la mossa dell’ambasciatore israeliano Gilad Erdan che parlando alla platea ha estratto un trita documenti nel quale ha infilato la carta dei diritti dell’Alleanza Atlantica, accusando i partner di aver aperto “le Nazioni Unite ai nazisti moderni” incarnati dalla Palestina: “Questo giorno sarà ricordato per l’infamia”, ha detto nello sgomento generale, “uno Stato terrorista palestinese che sarebbe guidato dall’Hitler dei nostri tempi. State facendo a pezzi la Carta Onu con le vostre mani” e ha invitato tutti i presenti e i favorevoli alla Palestina nelle Nazioni Unite a “vergognarsi”.
Scendendo nel merito della risoluzione approvata, secondo Associated Press il testo di oggi era una seconda formulazione di una bozza che circolava già da giorni e che era stata criticata da Russia e Cina perché avrebbe permesso alla Palestina di votare in sede delle decisioni ONU: il timore era la creazione di un precedente che avrebbe aperto le porte anche all’Eritrea (dal lato russo) e a Taiwan (per i cinesi). Nella nuova formulazione, infatti, si cita esplicitamente il fatto che allo stato palestinese non sarà concesso alcun diritto di voto, conferendogli solo la possibilità di parlare nelle assemblee, proporre punti all’ordine del giorno, rispondere nei dibattiti ed essere eletti come rappresentati di qualsiasi commissione.
שגריר ישראל באו״ם גלעד ארדן תקף את האו״ם במהלך דיון בעצרת הכללית לפני הצבעה על החלטה שנותנת זכויות נוספות לפלסטינים באו״ם וקוראת למועצת הביטחון לשקול מחדש לקבל את מדינת פלסטין כחברה מלאה בארגון. הוא הוציא מגרסת נייר וגרס מעל הבמה את אמנת האו״ם pic.twitter.com/Q41n1UtvnT
— Barak Ravid (@BarakRavid) May 10, 2024