Dopo il bacio gay in Star Wars e nel film de La Bella e la Bestia, la Disney torna nella bufera questa volta per un primo personaggio nei cartoni con esplicito riferimento Lgbt: questa volta la polemica è assai più potente visto che nei primi due casi si trattava di produzioni Disney ma comunque film a cui non era rivolto specialmente un pubblico di minori. Ora però con il nuovissimo “Onward” della Disney Pixar in arrivo negli schermi di tutto il mondo (in Italia dal 5 marzo, emergenza Coronavirus permettendo) la presenza, seppur per pochi minuti, di un personaggio bisex o lesbica – non è ancora definito – è bastato per alzare un polverone: si tratta della poliziotta con un occhio solo, Officer Specter, che parlando con i protagonisti della storia racconta di avere una compagna. Specter non dice di essere né lesbica né bisex, ma è bastata la sua presenza nel cartone animato per scatenare le polemiche, anche perché si è già parlato di un possibile spin off su quel personaggio come confermato dal produttore Kori Rae a Yahoo Entertainment. «Abbiamo voluto aprire di un pizzico il nostro mondo e farlo più rappresentativo della società intorno a noi», spiega il produttore non volendo replicare alle polemiche che diverse associazioni della destra religiosa americana hanno sollevato sul film “Onward”.
BUFERA PIXAR PER LA POLIZIOTTA LGBT
Il film d’animazione della Disney Pixar è ambientato in un immaginario fantastico dove due fratelli elfi adolescenti di lanciano in una magica avvenuta per cercare di incontrare il loro papà, il tutto cercando di dimostrare che nel mondo esista ancora un po’ di magia. Inevitabili però le polemiche, come avvenuto già con il personaggio de “La Bella e la Bestia”: a dar voce alla poliziotta Lgbt sarà poi l’attrice lesbica Lena Waithe, protagonista della serie Netflix Master of None. Al netto della singola battuta che recita la poliziotta Specter, le attenzioni per la scelta della doppiatrice e le possibili intenzioni di uno spin off confermano come l’intento voluto dalla Disney sia tutt’altro che “casuale”. Le associazioni Usa ancora in questi giorni hanno parlato del pericolo “indottrinamento” dietro al nuovo cartone Pixar: «i nostri figli non dovrebbero essere soggetti a cartoon di indottrinamento gay».