I fronti giudiziari su cui la Lega è pronta a dar battaglia sono diversi: non c’è solo il caso dossieraggi, ma anche un processo per il quale Matteo Salvini rischia fino a 15 anni di carcere in quanto è accusato di sequestro di persona plurimo e rifiuto di atti d’ufficio in relazione al caso Open Arms.
A fare il punto della situazione e rivelare retroscena è il Giornale, partendo dal fatto che sabato a Palermo è prevista la requisitoria del pm Luigi Patronaggio, che all’epoca era procuratore di Agrigento, sulla vicenda della nave della Ong spagnola che cinque anni fa venne bloccata con 163 persone a bordo per venti giorni, fino a quando la procura non ordinò lo sbarco a Lampedusa, nella convinzione che il divieto di sbarco era illegittimo.
La requisitoria della difesa, rappresentata dall’avvocato Giulia Bongiorno, è prevista nei primi giorni di ottobre, quindi prima del raduno di Pontida, mentre la sentenza dovrebbe arrivare qualche settimana dopo. Come segnalato da Felice Manti sulle colonne del quotidiano, la condanna potrebbe avere conseguenze importanti a livello politico, oltre a infiammare ulteriormente lo scontro tra politica e giustizia.
SALVINI E IL PROCESSO OPEN ARMS
Per il Viminale nessuno dei migranti era in pericolo di vita, come ha ricordato l’attuale ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, che all’epoca era capo di gabinetto di Matteo Salvini. Open Arms rifiutò il coordinamento della guardia costiera della Libia, si rifiutò di consegnare a Malta alcuni migranti e rifiutò il porto sicuro assegnato dalla Spagna, quindi il governo dedusse che l’obiettivo era far sbarcare i migranti in Italia.
Piantedosi ha dichiarato in aula che quindi il salvataggio di quelle persone non era prioritario per la stessa ong. Peraltro, l’indirizzo politico del governo M5s-Lega guidato allora da Giuseppe Conte era quello di avere dall’Unione europea garanzie sulla distribuzione dei migranti prima di autorizzare gli sbarchi.
LEGA: “NON CI FAREMO INTIMIDIRE”
Per la Lega quello contro Matteo Salvini «è un processo politico» che la sinistra ha voluto ed è un caso «unico nel suo genere in tutto l’Occidente», dunque ora vengono chiamati a raccolta tutti per rivendicare «il diritto di difendere i confini». Una nota del Carroccio avverte che non c’è alcuna intenzione di farsi intimidire sul caso Open Arms. Ma Salvini ha ribadito anche la sua contrarietà anche sullo ius soli, perché la cittadinanza si ottiene «con merito e integrazione, non è un regalo». Lo ha scritto in un post su Facebook al termine del Cdm di ieri.
I “colonnelli” della Lega sono compatti nell’evidenziare che la battaglia contro il traffico di esseri umani e quella per difendere la sicurezza sono diventati un reato. Nel frattempo, arrivano conferme sull’efficacia del decreto Cutro sugli sbarchi, anche se è stato depotenziato da alcune sentenze: il Viminale segnala un calo del 62,5% dall’anno scorso, quando erano stati il 30% in meno a loro volta dal 2022. Funzionano anche gli accordi con altri Paesi del Mediterraneo, visto che sono stati fermati in mare e riportati in Libia 14.138 migranti.