Matteo Salvini a processo per il caso Open Arms: il Senato dice sì alla richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti dell’ex ministro dell’Interno. Quindi, dovrà difendersi dall’accusa di sequestro di persona e rifiuto di atti di ufficio. «Proclamo il risultato della votazione nominale», ha esordito la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati. Poi ha fornito i risultati. Su 293 presenti hanno votato in 291. La maggioranza assoluta era di 160: favorevoli 141, contrari 149 e un astenuto. Pertanto, è stata bocciata la relazione della Giunta per le immunità che chiedeva di non autorizzare il processo per Matteo Salvini. A maggio la stessa giunta, infatti, aveva votato No alla richiesta del Tribunale dei ministri di Palermo grazie all’astensione dei senatori di Italia Viva. Invece il partito di Matteo Renzi oggi è stato determinante per il via libera all’autorizzazione a procedere votando contro la risoluzione della Giunta. (agg. di Silvana Palazzo)



OPEN ARMS, SALVINI “RENZI COME SCILIPOTI”

Il leader della Lega, Matteo Salvini, ha tenuto il suo intervento al Senato, nella discussione riguardante il caso Open Arms. L’ex ministro dell’interno si è rivolto così alla platea: “Si è già capito che il voto è politico“, per poi aggiungere ironico: “Ringrazio il governo per la sua abbondante presenza. Non era dovuta, ma se la forma è sostanza, ringrazio i banchi vuoti del governo che dimostrano il rispetto per quest’Aula”. Salvini si rivolge anche ai senatori a vita: “Noto l’abbondante presenza dei senatori a vita e mi riconfermo nell’idea che sia una figura ampiamente superata nelle nostre istituzioni. Noto il fatto che non sia intervenuto nessuno del M5S, evidentemente questo sottolinea l’imbarazzo. Preferisco il bel tacer del M5S alle gratuite supercazzole di Renzi e compagnia. Con tutto il rispetto per Ugo Tognazzi e Amici miei, più seri di qualche senatore presente in quest’aula”, con tanto di richiamo della presidente Casellati per il linguaggio. E ancora su Renzi, che ha deciso di votare sì al processo contro Salvini: “Triste fine passare, per quanto riguarda il senatore Renzi, dall’avere De Gasperi come modello a comportarsi come uno Scilipoti qualunque“. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



OPEN ARMS E VOTO SENATO, RENZI: “VOTEREMO SÌ”

Italia Viva scioglie le riserve e annuncia di votare sì al processo nei confronti di Matteo Salvini. Lo ha spiegato poco fa il leader Matteo Renzi, in occasione del suo intervento durante la discussione al Senato: “Noi che abbiamo votato a favore e ci accingiamo a votare nuovamente a favore – le parole riportate dall’agenzia Adnkronos in data odierna, 30 luglio – non abbiamo cambiato idea. Se vi fosse una richiesta di autorizzazione a procedere non già contro l’ex ministro dell’Interno ma contro l’ex ministro dei Trasporti voteremmo allo stesso modo per l’autorizzazione a procedere. La strumentalizzazione di un barcone è fatto politico, che sia reato o no non sta a noi valutarlo”. Quindi l’ex presidente del consiglio ha ricordato un episodio storico per condannare la politica migratoria del vecchio governo gialloverde, quello composto dalla Lega e il Movimento 5 Stelle: “Nel 1804 il vescovo Talleyrand lasciò agli atti e alla storia una dichiarazione dopo un terribile fatto in Francia: è peggio di un crimine, è un errore. Abbiamo sempre pensato che la politica migratoria del Paese dal 2018 al 2019, con il governo gialloverde, fosse un errore. Lo dico al M5s”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



GIULIA BONGIORNO “SALVINI HA FATTO IL PROPRIO DOVERE”

C’è chi accusa Salvini in merito alla gestione del caso Open Arms, ma c’è anche chi lo difende, come ad esempio l’esponente leghista Giulia Bongiorno, fra gli avvocati più noti e rispettati d’Italia. Secondo l’ex ministra, il leader del Carroccio ha semplicemente fatto il suo dovere: “Salvini ha fatto il proprio dovere di ministro – le parole rilasciate dalla stessa penalista ai microfoni del quotidiano Repubblica in data 30 luglio – perseguendo l’interesse pubblico a un corretto controllo e a una corretta gestione dei flussi migratori, tutelando l’ordine pubblico. Se si votasse in coscienza ed esaminando le carte, questa vicenda si chiuderebbe domani e per sempre”. Secondo la Bongiorno è stato il comandante di Open Arms ad aver agito contro le regole: “Prima di lanciare accuse – ha aggiunto e concluso l’avvocato – dovrebbero spiegare perché il comandante della Open Arms rifiutò per ben quattro volte una via d’uscita che avrebbe consentito di mettere subito in salvo i migranti”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

OPEN ARMS E SALVINI, VOTO SENATO E INTRECCI NOMINE

Ancora una volta sarà Italia Viva a rappresentare l’ago della bilancia. Così come accaduto con il caso Gregoretti, anche per quanto riguarda la questione della Open Arms i voti del partito di Matteo Renzi decideranno se mandare o meno Salvini a processo. “Leggiamo le carte e poi decidiamo”, ha ribadito pochi giorni fa l’ex premier, come scrive Il Fatto Quotidiano in data 29 luglio, e fino alla votazione in Senato in programma in queste ore, non si capirà quale sarà lo schieramento di IV: in favore del leader della Lega, oppure contro, quindi al fianco dei colleghi della maggioranza? Il Partito Democratico, il Movimento 5 Stelle e Liberi e Uguali sono compatti nel mandare l’ex ministro dell’Interno a processo, ma non Italia Viva, che invece attende. Secondo Il Fatto, non va sottovalutata la questione delle nomine delle presidenze delle 28 commissioni permanenti di Camera e Senato. “Poltrone ambitissime – scrive a riguardo il quotidiano di Travaglio .- dal momento che permettono di orientare i lavori parlamentari. E Italia Viva, come gli altri partiti di maggioranza, pretende una fetta della torta”. Insomma, un classico gioco di do ut des: vedremo chi ne uscirà vincitore. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

OPEN ARMS, OGGI VOTO SENATO SU SALVINI

Matteo Salvini a processo per Open Arms? La decisione oggi col voto in Senato. L’Aula di palazzo Madama dovrà esprimersi sull’autorizzazione a procedere nei confronti del leader della Lega, chiesta dal tribunale dei ministri di Palermo. L’ex ministro dell’Interno rischia quindi il processo per sequestro di persona per aver impedito per 19 giorni nell’agosto 2019 lo sbarco nel porto di Lampedusa di 164 migranti soccorsi nel Mediterraneo. A Salvini serve la maggioranza assoluta, fissata in 160 voti, per ottenere che la richiesta dei magistrati venga respinta. E non è affatto semplice riuscirci. Dalla sua parte c’è, oltre alla Lega con 63 senatori, anche Forza Italia (56) e Fratelli d’Italia (17). In totale però fanno 136 voti. Invece M5s (95), Pd (35) e LeU (5) voteranno a favore. Questo vuol dire che saranno decisivi i voti di Italia Viva, il partito di Matteo Renzi, con i suoi 18 senatori che nelle ultime ore non si sono sbilanciati sulla loro intenzione di voto. Due mesi fa, quando la vicenda venne esaminata dalla Giunta per le autorizzazioni a procedere, la maggioranza si spaccò. La votazione finì 13 a 7 e quindi venne approvata la proposta di non concedere l’autorizzazione al processo.

OPEN ARMS, ITALIA VIVA DECISIVA PER SALVINI

Se quindi Italia Viva dovesse votare per Matteo Salvini, al leader della Lega allora servirebbero solo sei voti per “salvarsi”. E potrebbe trovarli nei 33 senatori del Gruppo Misto o delle Autonomie. «Non vedo problemi sulla maggioranza assoluta in Senato. Su Salvini: noi leggiamo le carte e poi decidiamo. Si chiama garantismo e noi siamo seri. Mi colpisce che ora anche altri scoprono il garantismo: la Lega su Fontana e il M5S su Casalino», ha dichiarato nei giorni scorsi Matteo Renzi. In giunta, invece, i renziani spiegarono che non c’era stata un’istruttoria seria e che non sembrava emergere su Open Arms l’esclusiva riferibilità all’ex ministro dell’Interno, il quale avrebbe incontrato sempre, direttamente o indirettamente, l’avvallo del governo, come spiegò Francesco Bonifazi. «Io ho agito a difesa del mio Paese e quello che ho fatto l’ho fatto in compagnia del premier Conte, ho fatto quello che c’era nel programma di governo», si difende Matteo Salvini. Il leader leghista è pronto, in caso di processo, a coinvolgere il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. «Se qualcuno domani ritiene che sia un reato ne risponderemo in tanti. Vorrà dire che Conte mi accompagnerà un po a Catania e un po’ a Palermo e prenderemo una granita».

OPEN ARMS, LA MEMORIA DIFENSIVA DI SALVINI

Nella memoria difensiva di 21 pagine sul caso dell’Open Arms, l’imbarcazione spagnola con 121 migranti a bordo a cui fu vietato l’approdo nei porti italiani e che rimase per 19 giorni in acque internazionali davanti alle coste di Lampedusa prima di poter sbarcare, Matteo Salvini ribadisce che «non può ritenersi sussistere nessuna violazione di norme penali in quanto la condotta che mi viene contestata è insussistente» in quanto «conseguenza delle scelte politiche effettuate dall’intera compagine governativa». E ciò per perseguire l’interesse pubblico ad un controllo dei flussi migratori e ad una tutela dell’ordine pubblico. Il leader della Lega contesta la ricostruzione del tribunale dei ministri di Palermo («l’indicazione del porto sicuro spettava a Spagna o a Malta, non certo all’Italia») e contesta l’accusa di sequestro di persona: «La libertà dei migranti non è mai stata calpestata da atti od omissioni ministeriali». Inoltre, Salvini ha sottolineato che la condotta della Open Arms «dimostra manifestamente intenti in contrasto con lo spirito delle norme europee e italiane in materia di sicurezza e controllo delle frontiere e di contrasto all’immigrazione illegale».