Con ancora nella coda il caso Sea Watch 3 – «un ricatto politico che ha reso i migranti oggetti strumentali per più di 15 giorni» (ha detto poco fa al Consiglio Ue il Premier Giuseppe Conte) – nelle ultime ore un nuovo caso-migranti si è alzato non molto distante alle coste di Lampedusa. «Localizzata imbarcazione partita dalla Libia con 55 persone, 4 bimbi e 3 donne in gravidanza. Alto livello di disidratazione dopo 3 giorni di viaggio», ha scritto stamattina la Ong Open Arms precisando che comunque già si erano già avvertite «le autorità competenti affinché se ne facessero carico». Alla richiesta di soccorso ha risposto presente l’Italia che pur rimanendo nella polemica europea (con Germania e Olanda) per il caso di Carola Rackete, la capitana della Sea Watch 3, non si è tirata indietro nel salvataggio dei migranti a bordo del barcone alla deriva vicino alla Sicilia. Inviata una pattuglia della Guardia di Finanza che ha di fatto scortato il barcone indicato dalla Open Arms e ha deciso di far sbarcare subito 11 migranti, quelli in condizioni di salute più critiche.
NUOVO CASO “SEA WATCH” SUBITO CHIUSO
Sempre l’Italia ha poi promesso che gli altri 44 migranti saranno sbarcati nel prossime ore e trasferiti in Sicilia, Pozzallo e Licata: a differenza di quanto avvenuto con la Sea Watch, l’ong spagnola – rientrata in servizio dopo che già negli scorsi mesi gli scontri con il Governo italiano e il Ministro Salvini non si erano fatti mancare – ha scortato il barcone in avaria monitorando che non vi fossero gravi conseguenze fino all’arrivo della Guardia di finanza italiana. «Esattamente quello che deve avvenire in questi casi. Secondo il buon senso e secondo la legge. Nessuno lo sta tenendo al largo arbitrariamente per 16 giorni, nessuno sta ordinando alla Guardia di finanza di impedirgli di entrare. La normalità è questa. L’eccezionalità nel caso della Sea Watch sta esattamente nell’aver derogato a questa prassi e a quelle norme», ha spiegato Matteo Orfini, deputato Pd salito nelle scorse ore a bordo della Sea Watch come gesto di solidarietà alla “capitana” Carola. Il caso invece questa volta con la Open Arms sembra già essersi chiuso e probabilmente decisivo è stato il non-utilizzo dei migranti a bordo come “ricatto politico”, citando il Premier Conte: «Mi segnalano che ci sono due altre navi ong che fanno rotta verso il Mediterraneo: sono avvisate, maxi multa, sequestro e arresto» aveva detto ieri il Ministro Salvini in merito alle nuove barche Ong presenti nel Mediterraneo. Al momento il Viminale però non si è pronunciato sugli ultimi arrivi in Italia dei 55 migranti salvati dalla Guardia di Finanza e probabilmente proprio l’invio della pattuglia dall’Italia è già di per sé una “risposta”.