Arrivano importanti aggiornamenti da Palermo sul caso Open Arms: come riportano i colleghi di Adnkronos, la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio dell’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini. Ricordiamo che il segretario federale della Lega è accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti di ufficio nell’ambito del procedimento.
A differenza della Procura di Catania, dunque, il procuratore capo di Palermo, Francesco Lo Voi, chiede il processo per Matteo Salvini. «Non vedremmo come in un caso come questo non si possa chiedere il rinvio a giudizio», le parole di Lo Voi in aula riportate dall’agenzia di stampa. Ma non solo: secondo la Procura di Palermo, anche come riferito dall’ex premier Conte, non c’era alcuna condivisione all’interno del governo, ma si trattò di una decisione presa solo da Salvini. (Aggiornamento di MB)
OPEN ARMS, INIZIATA L’UDIENZA A PALERMO
E’ iniziato a Palermo il processo sul caso Open Arms nei confronti di Matteo Salvini. Il leader della Lega si è presentato nell’aula bunker presso il carcere dell’Ucciardone, dopo aver pubblicato sui social: “Buongiorno e buon sabato da Palermo, Amici. Pronto all’udienza in tribunale come ‘sequestratore di persona’: ieri, oggi e domani sempre a difesa dell’Italia. Grazie di esserci, non si molla mai”, con tanto di foto dalla Sicilia. L’udienza preliminare è iniziata, come riferisce l’agenzia Ansa, con la richiesta da parte del procuratore palermitano, Francesco Lo Voi, di far assistere la stampa al procedimento, che in realtà si svolge a porte chiuse così come stabilito dalla legge, dopo che la stessa richiesta era stata rigettata dal gup durante la scorsa udienza.
Intanto è polemica dopo la decisione del Comune di Palermo di costituirsi parte civile nel processo Open Arms, e la Lega ha sottolineato, come riferisce LaPresse: “Lo stesso Comune non aveva avanzato la stessa richiesta nel processo Cupola 2.0 che a fine 2000 si concluse con 46 condanne a boss e gregari di Cosa Nostra, riconoscendo risarcimenti alle parti civili. Si erano costituiti parte civile i Comuni di Villabate, Ficarazzi e Misilmeri. Non Palermo”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
OPEN ARMS-SALVINI, NUOVA UDIENZA A PALERM, BONGIORNO: “SEGUITA LINEA DEL GOVERNO”
Si terrà oggi l’udienza preliminare sul caso Open Arms presso il tribunale di Palermo, e in cui l’ex ministro dell’interno, Matteo Salvini, è accusato di sequestro di persona e abuso d’ufficio. Come riferisce l’edizione online de IlGiornale, dopo il rinvio dello scorso gennaio, il leader della Lega sarà presente presso il capoluogo siciliano, e dovrebbe rendere, come scrive l’AdnKronos, delle dichiarazioni spontanee. Obiettivo dell’ex titolare del Viminale, dimostrare che la sua azione nei confronti della Open Arms non sia stata solitaria ma collegiale, coordinata con il resto del governo, e per esporre la propria tesi la difesa ha depositato alcuni documenti fondamentali: “Emerge – le parole dell’ex ministra Giulia Bongiorno, avvocato di Salvini, interpellata dall’Adnkronos – l’assoluta correttezza dell’operato del senatore Salvini che, come per altri casi, seguiva la linea di governo in materia di immigrazione”. Ma c’è di più perchè sempre secondo la Bongiorno, dai nuovi incartamenti della difesa si dimostrerebbe che “Chi stava gestendo tutto era la Presidenza del Consiglio – ha dichiarato ancora Giulia Bongiorno – con una lettera dell’ex premier Giuseppe Conte. E altre carte sul ruolo che avrebbe svolto l’ex ministro dei Trasporti Danilo Toninelli”.
OPEN ARMS-SALVINI, LA DIFESA DEL LEGHISTA: “NON UN ATTO ESTEMPORANEO DELL’EX MINISTRO DELL’INTERNO”
“Sono documenti – ha proseguito la difesa – che servono a dimostrare che si trattava non di un atto estemporaneo di Salvini ma di una procedura che iniziò con il Governo Conte I. Già il 15 agosto 2019 Conte disse che si stava occupando della redistribuzione”. Salvini, oltre al processo Open Arms è imputato anche per il caso Gregoretti a Catania, anche se i due procedimenti hanno elementi differenti in quanto il primo riguarda il divieto di ingresso di una nave delle Ong, mentre il secondo verso una nave della Guardia Costiera. Di conseguenza il processo palermitano è una sorta di scontro finale fra Salvini e le organizzazioni non governative, verso cui il leader della Lega ha sempre puntato il dito.