PROCESSO OPEN ARMS, IL VIDEO DI TONINELLI CHE PRIMA NEL GENNAIO 2019 ‘SMENTISCE’ LA RICOSTRUZIONE DEI PM
Il Ministro dei Trasporti ha la responsabilità dei migranti a bordo delle navi fino allo sbarco, poi la “palla” passa al Ministro dell’Interno: così dice la legge e così spiega anche l’ex titolare delle Infrastrutture Danilo Toninelli, ospite della trasmissione “Agorà” nel gennaio 2019 qualche mese prima che esplose il caso Open Arms che porta oggi fino alla richiesta di condanna a 6 anni di carcere per il leader della Lega Matteo Salvini. Lo sbarco dei 147 migranti dopo giorni di “braccio di ferro” tra il Governo giallo-verde e l’Europa – con tutte le conseguenti accuse lanciate contro l’allora vicepremier e Ministro dell’interno Salvini – è stato messo spesso in secondo piano durante il processo che giunge ora alle tappe finali in primo grado.
Pur sentiti come testimoni durante le varie audizioni nell’aula bunker di Palermo, l’ex Premier Conte e l’ex Ministro Toninelli hanno sempre ribadito che la scelta collegiale del CdM in realtà fu subordinata ad una precisa volontà di propaganda politica dell’ex titolare al Viminale: Salvini ha sempre riferito l’esatto contrario, tanto nel caso Diciotti (dove è stato archiviato dagli stessi pm) quanto sulla Open Arms, dove invece ora si trova alla sbarra rischiando la condanna. Nel video però che postiamo qua sotto (circolato in queste ore dopo la richiesta dei 6 anni per Salvini) Toninelli racconta una versione diametralmente opposta a quella che poi si ritroverà a sostenere nel processo Open Arms: quando ancora mancavano diversi mesi all’estate “incriminata” del 2019 – ma era appena passata la prima estate del Governo Lega-M5s con la politica dei “porti chiusi” già in corso – veniva chiesto al Ministro delle Infrastrutture dell’epoca di motivare il perché di una strategia così netta sul dossier immigrazione.
Ed è lì che Toninelli spiega l’azione congiunta tra il suo Ministero e il Viminale diretto da Salvni (e dal capo di gabinetto, oggi Ministro, Matteo Piantedosi): «agivamo contemporaneamente», spiega l’attuale membro del Collegio dei Probiviri M5s alle domande di Serena Bortone, «È grazie al buon lavoro di Movimento 5 Stelle e Lega che abbiamo ridotto gli sbarchi del 90%». Toninelli spiega come avveniva la scelta di operare in caso di arrivi sulle coste di navi ong con migranti salvati in giro per il Mediterraneo: l’ex Ministro grillino raccontava di essere responsabile della sicurezza della navigazione fino allo sbarco dell’imbarcazione nei porti, Salvini da Ministro dell’Interno invece ha la responsabilità «di tutto quello che succede dopo lo sbarco per ordine pubblico».
PROCESSO A SALVINI: TONINELLI E I 42 “NON RICORDO” CHE CAMBIANO LA POSIZIONE ESPOSTA NEL 2019
Il concetto espresso da Toninelli in quel video prima del caso Open Arms è molto chiaro: se le due politiche messe in atto dal Governo gialloverde tra tutela dei confini fino all’attracco e organizzazione degli sbarchi successivi, «non avremmo mai raggiunto il -90% di sbarchi irregolari», che significa anche «aver salvato migliaia di vite». Di lì a pochi mesi sarebbe poi arrivato il caso Open Arms, la caduta del Governo Conte-1 con il M5s che strinse un patto di coalizione con Pd e Renzi e soprattutto l’autorizzazione in Parlamento (il 30 luglio 2020, con maggioranza giallo-rossa) a procedere con il rinvio a giudizio contro il leader della Lega.
Da quella responsabilità condivisa tra Toninelli e Salvini, si è passati alle dichiarazioni rese dall’ex Ministro pentastellato durante il processo scandite da ben 42 “non ricordo” (da lui contestati, ndr) in merito all’evoluzione del caso Open Arms: in particolare va citato il passaggio durante l’audizione di Danilo Toninelli al processo Open Arms in cui, a domanda precisa dei pm, la risposta è diametralmente opposta a quanto affermato nella gestione impostata prima dell’estate 2019. In merito all’accordo nel Governo gialloverde sull’immigrazione clandestina, l’ex Ministro afferma «Non ricordo perché non fu una parte che mi competeva, era diverso per argomenti quel tavolo e la parte relativa all’immigrazione clandestina non mi competeva». Prima era piena condivisione e addirittura meriti nello stoppare gli ingressi clandestini: passata la maggioranza e passati gli anni, la responsabilità “è tornata” singola su Salvini…