SI CHIUDE L’INCHIESTA OPEN SENZA ALCUN PROCESSO: TUTTI PROSCIOLTI RENZI E GLI ALTRI 10 INDAGATI
Dopo 5 anni di udienze, Matteo Renzi e tutti gli altri 9 indagati per l’inchiesta Open sono stati prosciolti dalla decisione presa oggi dal gup di Firenze Sara Farini: per il leader di Italia Viva, che nel lunghissimo percorso dalle prime inchieste al pieno proscioglimento di oggi ha anche denunciato i pm fiorentini (salvo poi venire archiviate a Genova, ndr), finisce l’incubo politico e giudiziario che avrebbe potuto portare all’eventuale processo sull’organizzazione che gestiva i raduni della Leopolda. La procura di Firenze riteneva che Renzi e gli altri indagati avevano trovato un modo di raccogliere finanziamenti per il partito (prima il Pd, oggi Italia Viva) in modo da organizzare le varie “Leopolde” aggirando le norme di trasparenza esistenti per tutti i partiti politici.
E invece la gup Farini decide il pieno proscioglimento per Renzi come per gli altri membri dell’ex “Giglio Magico” renziano: da Maria Elena Boschi a Luca Lotti, passando per l’avvocato Alberto Bianchi e l’imprenditore amico storico dell’ex Premier, Marco Carrai. L’inchiesta Open ha attraverso tutte le ultime tappe dell’esperienza renziana in politica, dagli ultimi anni di reggenza nel Partito Democratico, all’esperienza di Governo con Italia Viva, fino all’opposizione negli ultimi due anni di esecutivo Meloni. La decisione della giudice per le udienze preliminari prende spunto dalla recente riforma Cartabia, valutando come i vari elementi posti nelle indagini non consentono di formulare alcuna «ragionevole previsione di condanna», e perciò non sono meritevoli di andare a procedimento (tradotto, non vi deve essere alcun processo ai danni dei 10 indagati sul caso Open).
IL MESSAGGIO DI RENZI, LE SCUSE RICHIESTE E LO SCANDALO GIUDIZIARIO
«Appestato», «bersagliato» ma rispettoso del «tempo galantuomo»: tante di queste espressioni si sono ripetute in questi anni di infinite udienze preliminari (intervallate dalle denunce di Renzi contro gli stessi pm di Firenze) da parte dell’ex sindaco toscano, oggi senatore in IV. «Il gup ha celebrato il funerale di un processo nato morto», ha commentato poi oggi all’uscita dall’ultima udienza l’avvocato Federico Bagattini che ha difeso Renzi in questi anni assieme al collega Gian Domenico Caiazza. Non va dimenticato come la decisione di oggi arriva dopo ben tre sentenze della Cassazione che avevano in precedenza stabilito la non sussistenza del reato contestato, annullando così i vari provvedimento di sequestro dei beni.
La Fondazione Open aveva perciò diritto di esistere e non stava compiendo alcuna irregolarità: ma a pesare su Renzi e i collaboratori è stato forse più lo “stigma” delle indagini a carico, causando (in parte) le sfortune politiche via via peggiorate per l’ex Presidente del Consiglio. Antonino Nastasi e Luca Turco, i pm di Firenze che indagavano sul caso Open, pensavano di aver trovato il bandolo della matassa tra accuse iniziali, primi sequestri, perquisizioni (fin dal 2018) e il coinvolgimento di tutto il “Giglio Magico” renziano in merito al filone sul finanziamento illecito ai partiti (presente assieme all’altro filone sulla presunta corruzione.
Da Meloni a Conte e Di Maio, passando per parte del Pd: nel suo intervento sui social dopo il proscioglimento, Matteo Renzi chiede le scuse ai vari leader politici che in questi anni di inchiesta Open hanno più volte contestato l’operato del senatore in merito all’organizzazione della Leopolda. «Gli ultimi cinque anni li ho vissuti da appestato per l’incredibile inchiesta Open», attacca il leader di Italia Viva ritenendo uno «scandalo assoluto» l’inchiesta intera, per tutti quelli che avevano letto le carte prima del processo poi alla fine mai raggiunto. Con un’indagine considerata «farlocca» l’obiettivo, secondo Renzi, era quello di «farlo fuori politicamente»: «oggi ha perso il giustizialismo e ha vinto la giustizia», conclude lo stesso Matteo Renzi accusando Meloni, M5s e buona parte del Partito Democratico per aver usato il caso Open in questi anni per attacchi politici. Nessuna corruzione e finanziamento illecito dei partiti, ma anche niente traffico di influenze, emissione di fatture inesistenti e autoriciclaggio: ogni accusa sparisce con il proscioglimento, considerato che non vi sarebbe stato alcun reato nell’organizzazione della fondazione nata con Renzi e Carrai.
Ho quasi cinquant’anni. Gli ultimi cinque li ho vissuti da “appestato” per l’incredibile inchiesta OPEN. Uno scandalo assoluto per tutti quelli che avevano letto le carte, ma nonostante questo sono stato politicamente massacrato da tanti, a cominciare da Fratelli d’Italia e dai… pic.twitter.com/QdqWE2gBFh
— Matteo Renzi (@matteorenzi) December 19, 2024