Il titolo del concerto è Aimez vous Brahms? da un romanzo di grande successo di Françoise Sagan della fine degli anni Cinquanta del secolo scorso e di un film di pari esito commerciale e di critica del 1961. Quattro repliche (dal 16 al 19 febbraio) di cui una a Ferrara. Ero a quella del 18 febbraio. Sala Santa Cecilia (circa 3.000 posti) quasi piena. Nonostante Myung-Whung Chung abbia la fama di essere poco “amato” da giornalisti e da pubblico. Non rilascia interviste: alcune volte che ho parlato con lui privatamente, l’accordo era che sulla stampa non sarebbe uscito nulla. Ha avuto una lunga controversa giudiziaria con l’Opéra de Paris (conclusasi con una transazione). È riservatissimo. Molto legato a Papa Giovanni II e al “Papa Emerito”, è meno prossimo a Papa Francesco.
Sbarcò in Italia al Maggio Fiorentino. Ricordo un magnifico Simon Boccanegra, che sfidava quello di Claudio Abbado, presentato una dozzina di anni prima alla Scala e che aveva girato in tutto il mondo; spettacolo, quello di Firenze, davvero commovente tanto che nella scena finale ero con lacrime agli occhi. Il minuto coreano che dirige sempre a memoria e con le braccia larghe, è stato direttore principale dell’orchestra sinfonica dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia dal 1997 al 2005, ed è senza dubbio “amato” a Roma: al suo apparire sul palco, quindi prima che il concerto iniziasse, applausi scroscianti dal pubblico e abbracci (gesto tanto poco usuale in Corea) con gli archi più prossimi al podio.
In programma due sinfonie di Brahms: la terza e la quarta. Due icone del romanticismo tedesco, Il piccolo coreano ha il romanticismo nel midollo, nel sangue e, quel che più conta, nel cuore. In complesso, mi ricordava le sinfonie di Brahms, concertate da Rafael Kubelik con i complessi di Vienna, un prezioso Long Playing alta fedeltà degli anni Settanta del secolo scorso che ho nei miei scaffali (ma non citato nel programma di sala, forse perché non riversato in CD e ora di difficile reperimento).
La Sinfonia n. 3 in fa maggiore op. 90 è contraddistinta dalla chiarezza della costruzione generale. Pur essendo meno complicata ed elaborata nel suo sviluppo rispetto alle altre sinfonie di Brahms, essa tuttavia è ricca di idee poetiche e di grande varietà di colori. La sinfonia si apre con una melodia in fa bemolle – fa che persiste, più o meno evidente, in tutto il primo movimento e viene poi ripresa nel celebre tema del terzo movimento è molto noto ed orecchiabile in quanto ascoltabile nel film Aimez vous Brahms? di Anatole Litvak e in vari alti film, nonché spesso utilizzato nella musica pop.
La Sinfonia consta dei quattro canonici movimenti. Il primo movimento, Allegro con brio, in Fa maggiore, si apre con un breve preludio di potenti accordi dei fiati, che introduce il primo tema, una melodia maestosa, affidato ai violini, accompagnati da viole e violoncelli, con il sostegno dei tromboni. Chung enfatizza il tema, particolarmente brillante e di stile quasi eroico, e lo tratta con maestria nel suo progredire da un flusso regolare e pacifico a un apice di vigore e maestosità. La transizione al secondo tema, annunciato dai clarinetti, è un passaggio più tranquillo.
Il secondo movimento, Andante, è quasi una rapsodia, che in gran parte si basa e si sviluppa intorno al tema iniziale, che è una melodia semplice ma molto aggraziata e gioiosa, che infonde serenità e appagamento interiori, in forte contrasto con il carattere epico di questo lavoro. Chung viene ripreso di volta in volta dai fiati, dalle viole, dai violoncelli, trattato con libere variazioni che gli conferiscono un timbro gradevole. Il primo tema viene momentaneamente accantonato, quando clarinetti e fagotti si impegnano in un fraseggio nervoso.
Il terzo movimento, Poco allegretto, che prende il posto dello Scherzo, è di stile prevalentemente serio, e si può dire che fissa il carattere generale della sinfonia. Il suo tema principale è dapprima fantasioso, tenero e ricco di semplice grazia, poi diviene riflessivo e meditativo, e infine sognante. Nella versione di Chung, diventa una vera e propria esplosione di gioia.
L‘Allegretto muore in morbidi accordi che portano al finale, Allegro, un movimento appassionato, agitato e cupo, ma allo stesso tempo eroico, forte ed elevato. Il tema con cui si apre sfreccia con tutta la rapidità e il mistero di una visione in un sogno, poi riappare in una nuova forma armonica, solo per farsi più triste e malinconico con l’ingresso dei tromboni, che prelude a un nuovo brano, in cui il sentimento muta e diviene un appassionato conflitto. Attraverso i passaggi violenti e determinati dei violini, tuttavia, si sente, regolare, il canto festante dei violoncelli. Essi annunciano la vittoria e l’oscurità scompare, lasciando ancora una volta il posto alla pace e riposo, nobilitati dal tema eroico del primo movimento.
La Sinfonia n. 4 in mi minore Op. 98 è l’ultima delle quattro sinfonie ed è da molti considerata come uno dei più grandi capolavori di Brahms. La sua composizione non fu particolarmente lunga e durò circa un anno, dal 1884 (data di completamento della precedente sinfonia) al 1885. Arnold Schönberg, nel suo saggio Brahms il Progressivo, ha evidenziato molte relazioni tematiche proprie della partitura: la prima metà del tema di passacaglia è anticipato dal basso durante la coda di un importante punto del terzo movimento; alle terze discendenti del primo movimento, trasposte di una quinta, appare in contrappunto durante una delle variazioni conclusive della passacaglia.
I quattro movimenti rituali nei quali essa si articola sono i seguenti: a) Allegro non troppo<; b) Andante moderato; c) Allegro giocoso; d) Allegro energico e passionato. Il monumentale primo movimento è il culmine della drammaticità e della passione di Brahms. Esso si apre con un tema melodico di lunghezza insolita che viene trattato con uno stile magistrale ma intricato. Mentre il movimento si avvicina al termine il suo carattere melodico diventa più gioioso, forte e drammatico, con uno sviluppo ricco di piacevole varietà ed effetti artistici. Nella lettura di Chung diventa quasi un ballabile.
Segue un secondo movimento che ha l’atmosfera di simile a un lied nella grazia e nella dolcezza della melodia, nel timbro caldo e nel carattere raffinato e spirituale. Il terzo movimento in forma di rondò, è pieno di animazione e buon umore. Il quarto e ultimo tempo non è solo raro esempio sinfonico di passacaglia, ma accosta Brahms a Verdi, altro asse portante della poetica di Chung. Tratta con ricchezza di colore e raffinatezza di stile una passione carnale che ha più di un uinto in comune con il duetto del secondo atto di Un ballo in maschera.
Ovazione più che applausi. Scendendo in ascensore: una coppia di abbonati diceva: un concerto che vale tutta una stagione.
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