Il 28 marzo, Canale 5 ha trasmesso un’interessante produzione della Scala: due brevi opere di Bertol Brecht e Kurt Weill, Die sieben Todsünden (I Sette Peccati Capitali) e Mahagonny-Songspiel (La Canzone di Mahagonny, nota anche come La Piccola Mahagonny). Lo spettacolo può essere visto e ascoltato ai link della Scala o della Rai. È concepito appositamente per la televisione o per lo streaming. Il direttore (Riccardo Chailly) e l’ensemble strumentale sono in platea. L’azione si sviluppa nella parte frontale del palcoscenico (quasi sul boccascena), mentre su uno schermo, vengono proiettati brani di film in bianco e nero. Irina Brook è la regista teatrale, Arnalda Canali quella televisiva.
Sono lavori raramente eseguiti. Ricordo una produzione di Die sieben Todsünden al Teatro Lauro Rossi di Macerata circa quindici anni fa; Mahagonny-Songspiel anticipa Aufstieg und Fall der Stadt Mahagonny (L’Ascesa e la Caduta della Città di Mahagonny) che, invece, è spesso nel cartellone. Ricordo produzioni che ho recensito su questa testata nel 2012 (Berlino) e nel 2015 (Roma).
È utile, quindi, scrivere alcune righe sul loro contenuto. Die sieben Todsünden è un balletto satirico chanté in sette scene (nove movimenti, tra cui un prologo ed epilogo) composto da Kurt Weill su libretto di Bertolt Brecht nel 1933 su commissione di Boris Kochno ed Edward James. Racconta la storia di due sorelle, Anna I e Anna II. Anna I, la cantante, è il ruolo vocale principale. Anna II, la ballerina, si sente solo di rado. Il testo suggerisce la possibilità che le due Anna siano la stessa persona: per trasmettere l’ambivalenza insita nel ‘peccatore’, Brecht divide la personalità di Anna in Anna I, il cinico impresario dal senso e dalla coscienza pratica, e Anna II, la bellezza emotiva, impulsiva, artistica, il prodotto vendibile dal cuore fin troppo umano. Le due ragazze lasciano il villaggio in Mississippi dove vivono per visitare sette grandi città americane: ogni città è un peccato capitale. “La Famiglia”, un quartetto maschile, ricopre il ruolo di un coro greco. Si riferiscono ad Anna come a una figlia della famiglia, facendo un’allusione verbale alla sua natura divisa: “La nostra Anna si metterà mai a posto?”
I Sette Peccati Capitali debuttarono a Parigi. Lotte Lenya (Anna I) e Tilly Losch (Anna II) interpretarono i ruoli principali. La produzione andò a Londra. L’opera è stata ripresa dalla vedova di Weill, Lenya, negli anni cinquanta. È stata registrata, tra gli altri, da Anne Sofie von Otter, Teresa Stratas e Anja Silja.
Mahagonny-Songspiel è una “cantata scenica” da camera scritta da Weill e Brecht nel 1927 quando stavano lavorando al più grande progetto Aufstieg und Fall der Stadt Mahagonny (Ascesa e Caduta della Città di Mahagonny). Si basa su cinque “Mahagonny Songs”, che erano state pubblicate all’inizio dell’anno in una raccolta di poesie di Brecht. Debuttò al festival di musica da camera a Baden-Baden nel 1927. Brecht era il regista, Lotte Lenya era la protagonista (Jessie).
La produzione è piuttosto affascinante e riflette le opinioni comuniste di Brecht sulla società. C’è una scena unica: una barca o un seminterrato (non è chiaro) abbastanza rozza per rappresentare la degenerazione della società, il trionfo del sensualismo, il decadimento dell’arte borghese. Non c’è ballo. I cantanti, tuttavia, agiscono e si muovono quasi ballassero. Protagonista è il mezzosoprano Kate Lindsay, un’ottima cantante e, nonostante la sua giovane età, un’attrice consumata, come lo fu Lotte Lenya. Abbastanza buona Anna II eseguita dal soprano Lauren Mitchell con movimenti piuttosto sexy. I quattro uomini sono Elion Carlton Hine, Andrew Harris, Matthäus Schimdlechner e Michael Smallwood, un piccolo coro perfetto. Riccardo Chally dirige in modo chiaro e trasparente. Lo avrei voluto un po’ più veloce e più vivace.
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