È una storia terribile quella di Roberta Repetto, 40enne morta a causa di un melanoma che non sapeva fosse tale. La donna,  che da anni faceva parte di una comunità olistica, il Centro Anidra di Borzonasca (Genova), è deceduta dopo l’operazione ad un neo che aveva rimosso nel 2018. Ora le indagini sono chiuse e tre persone sono accusate di omicidio volontario: si tratta del medico che l’ha operata, Paolo Oneda, di Vincenzo Paolo Bendinelli, il santone del centro e la psicologa Paola Dora.



29 ottobre 2020: Roberta sta male dopo che le hanno tolto il neo. Ha metastasi da melanoma ma lei non lo sa. Chiede al ‘Maestro’ di contattare i genitori, facendogli leggere il testo della mail. Il giorno dopo viene ricoverata e i medici ritengono necessaria una trasfusione perché è anemica. Oneda gliela sconsiglia. “Puoi rifiutare”. Roberta si aggrava e scrive al medico: “Cosa era quella cosa che mi avevi tolto?”. Non sa dunque di avere un tumore andato in metastasi. “Chi dico che me lo ha tolto?” chiede la giovane. Il medico la invita a mentire: “Non sei tenuta a dire chi te lo ha tolto. Di’ che non hai voluto l’istologico”. In realtà è proprio lui che non ha disposto l’esame istologico. Secondo l’accusa, la giovane si sarebbe potuta salvare se avesse effettuato cure adeguate.



Operata per un neo e curata con tisane: la famiglia di Roberta chiede giustizia

Questa storia inizia dalla morte di Roberta. Nessuno, infatti, conosceva cosa stesse accadendo alla donna, operata per un neo e curata con tisane e meditazione. La famiglia è infatti venuta a conoscenza del calvario e del suo rapporto con il centro olistico soltanto dopo il decesso. Da 10 anni la donna annotava in un diario quello che le succedeva e mandava mail al medico che l’ha operata e al “santone”. Testi che la famiglia ha potuto leggere e ha poi consegnato ai carabinieri. In tre sono accusati di omicidio.



“Abbiamo appreso dalle mail che vi era un linguaggio segreto, come ‘La stanza dei bottoni’ ovvero la camera da letto. Se ordinava ‘Un rapporto in miniera’, voleva dire che bisognava avere un rapporto orale. Loro sapevano che aveva gambe gonfie, linfonodi e loro consigliavano tisane, impacchi, bagni nel fiume… Bendinelli ordinava rapporti sessuali e chiedeva dei report scritti. Io leggevo le prime tre righe e stavo male” racconta la sorella. “Bendinelli? Penso che il suo ruolo fosse quello di incantare e soggiogare mentalmente. Io ho imparato che purtroppo dalla morte non si ritorna ed è un’ovvietà. Non abbiamo avviato questa cosa per vendetta ma perché quello che è successo non succeda ad altri” racconta il padre Renzo.