Opzione Uomo è l’idea di Giorgia Meloni per superare la legge Fornero, anzi per abolirla davvero. Fratelli d’Italia vuole proporre la pensione anticipata a 58-59 anni con 35 di contributi, ma col ricalcolo dell’assegno tutto contributivo, come accaduto per Opzione Donna. In questo modo, la premier in pectore raggiungerebbe due obiettivi in un colpo solo: realizzare la flessibilità in uscita, come promesso in campagna elettorale, senza creare danni ai conti. Lo riporta Repubblica, spiegando che però la Lega spinge per Quota 41. C’è poi il taglio implicito in Opzione: fino ad un terzo dell’assegno, perché si va prima in pensione e per via del ricalcolo.
Si tratta di una soluzione su cui si stava orientando il premier uscente Mario Draghi, infatti nei primi tavoli sindacali si parlava di Opzione Tutti. Quindi, si consente di anticipare l’uscita e trascorrere più anni in pensione, pagando una “penalità”. Per quanto riguarda Opzione Donna, il centrodestra vuole prorogarla e renderla strutturale. Quindi, Giorgia Meloni auspica di estenderla agli uomini con Opzione Uomo.
OPZIONE UOMO, TAGLIO ASSEGNO FINO AL 30%
Opzione Uomo non è l’unica idea sulla riforma delle pensioni del centrodestra. Opzione Uomo vuole congelare l’età d’uscita di vecchiaia a 67 anni per sempre, senza farla cambiare con l’aspettativa di vita. Invece la Lega vuole scendere a Quota 41, una mistura costosa per l’Inps, che perla di 18 miliardi in tre anni, meno per il partito di Matteo Salvini (4 miliardi il primo anno, poi 5 all’anno), ancor meno per Cgil, convinta di un basso tiraggio dopo il flop di Quota 102. Gli spazi però nella legge di Bilancio sono esigui, quindi almeno non subito non si potranno lanciare misure identitarie. Questo vale anche per la Flat tax.
Del resto le pensioni saranno già rivalutate del 7,9% da gennaio, per recuperare l’inflazione di quest’anno, quindi la spesa pensionistica è salita, come indicato nella Nadef. Prima di ogni decisione, comunque, Giorgia Meloni vuole confrontarsi con i sindacati. Da alcune simulazioni di smileeconomy per Repubblica, emerge che con Opzione Uomo gli assegni vengono tagliati dal 13 al 31% nei tre esempi. «Pesa il ricalcolo contributivo degli anni retributivi pre-1996. Di più però gli anni anticipati: prima esci, meno prendi», spiega l’economista Andrea Carbone. I sindacati lo sanno, visto che le donne hanno subito tagli anche del 35%, infatti la misura non ha avuto molto successo.