Si intitola “Ora” la canzone di Aiello, uno dei volti nuovi di questo Festival di Sanremo 2021. Nel testo del brano portato all’Ariston, l’interprete originario di Cosenza ripete la parola che dà il titolo alla canzone, appunto “Ora”, per ben otto volte. In un persistente contrasto tra ieri e oggi, tra prima e dopo, Aiello guarda al suo passato con il rammarico di chi non è riuscito a svestire la propria corazza, di chi ha preferito mostrarsi forte, addirittura arrogante (“l’atteggiamento di uno stron*o invece era terrore“) finendo per perdere la persona più importante. “Ora” di Aiello è un brano autobiografico, una canzone in cui il giovane cantante calabrese, alla prima esperienza sul palco più prestigioso della musica italiana, trova il coraggio di denunciare non gli errori altrui ma i propri, di ammettere di essersi “perso nel silenzio delle mie paure“. Lo fa mettendo a nudo una sofferenza alle volte lacerante, di quelle difficili da curare (“Avevo il cuore malato“), prigioniero di una ragnatela di ricordi che forse solamente interpretando questa canzone potrà essere finalmente distrutta.
“ORA”, AIELLO: SIGNIFICATO E ANALISI TESTO CANZONE
In un brano come “Ora” di Aiello che a livello di testo lascia poco spazio all’idea di speranza, intriso com’è di rimpianti e rimorsi, la contrapposizione con il titolo “Ora” è netta: quel passato fatto di dolore e incomprensione è sì presente nel vissuto del protagonista, ma allo stesso modo il fatto di poter ripensare a quei giorni con lucidità, analizzandone ogni dettaglio rivivendo ogni momento, è il segnale più limpido di un distacco venutosi a creare rispetto a quel tempo, della capacità di affermare, e riaffermare, un qui ed “Ora” che è diventato preponderante su tutto il resto. Ricordi piacevoli e dolorosi si mescolano (“Sesso e ibuprofene“) fino a diventare un tutt’uno, indistinguibili nella loro essenza, dando l’idea di un caos esistenziale profondo, difficile da risalire, da mettere alle spalle. A regnare sovrano sul resto, però, è il senso di un qualcosa che è andato perduto, un’occasione, una possibilità di vita insieme, un destino che poteva essere costruito in maniera diversa. Se ne ha la netta consapevolezza quando Aiello, amaro, chiosa: “Poi quella casa l’hai finita. Dovevi portarci me. Dovevi portarci me“. E’ questo il leitmotiv spirituale della canzone “Ora” di Aiello: qualcosa che poteva essere e non è stato, adesso, per gli errori di ieri.