Mancano ormai soltanto poche ore e domani, domenica 26 marzo, sarà il momento di spostare le lancette avanti: torna, infatti, l’ora legale 2023, mentre fino a ottobre prossimo dovremo salutare l’ora solare. Nonostante le discussioni ormai in atto da diversi anni, infatti, l’Italia ha deciso di continuare a portare avanti l’alternanza tra i due sistemi, soprattutto per una convenienza relativa al risparmio energetico. È per questo motivo che anche quest’anno la popolazione dovrà aggiustare gli orologi.
Quali saranno i cambiamenti a cui ci dovremo abituare? Innanzitutto, come di consueto sarà necessario rinunciare ad un’ora di sonno. In compenso, però, ce ne sarà una in più di luce. È per questo motivo che, in concomitanza con l’arrivo della primavera, le giornate inizieranno da allungarsi, col meteo favorevole permettendoci di trascorrere più tempo all’aria aperta. In molti non vedono l’ora di potere usufruire di questo beneficio! (agg. di Chiara Ferrara)
TORNA L’ORA LEGALE 2023, ADDIO ALL’ORA SOLARE: SPOSTARE LE LANCETTE AVANTI DI UN’ORA
Domani torna l’ora legale 2023: alle due di notte di domenica 26 marzo 2023, infatti, bisognerà spostare le lancette avanti di un’ora, quindi alle tre di notte. Dormiremo un’ora in meno, ma avremo giornate più lunghe e più luce naturale da sfruttare, visto che l’ora solare 2023 tornerà il 29 ottobre. Infatti, l’ora legale è nata per favorire il risparmio energetico in tempi di crisi e il nostro Paese l’ha adottata per la prima volta durante la Prima guerra mondiale.
Le ragioni di quella decisione sono un ricordo lontano ora, ma attualmente svolge comunque la sua funzione, in tempi in cui è necessario il risparmio energetico. Lo confermano anche le stime di Terna, società che gestisce la rete nazionale di trasmissione. Per i sette mesi in cui sarà in vigore l’ora legale, l’Italia risparmierà 220 milioni di euro grazie ad un minor consumo di energia elettrica pari a circa 410 milioni di kWh, equivalenti al fabbisogno medio annuo di oltre 150mila famiglie.
Questo, peraltro, genererà anche un beneficio ambientale rilevante, che si può quantificare nella riduzione di circa 200mila tonnellate di emissioni di anidride carbonica in atmosfera. Il beneficio economico è stimato da Terna tenendo conto che il costo del kWh medio in tutela è di circa 53 centesimi di euro al lordo delle imposte, secondo i dati dell’Arera. Dal 2004 al 2022 il minor consumo di energia elettrica dovuto all’ora legale per l’Italia è stato in totale di circa 10,9 miliardi di kWh. Ciò ha comportato, dal punto di vista economico, un risparmio per i cittadini di 2 miliardi di euro.
IL DIBATTITO SULL’ABOLIZIONE DELL’ORA LEGALE (O SOLARE)
In Europa, però, non si placa il dibattito sulla possibilità di abolire il cambio di ora e di scegliere tra l’ora legale o quella solare per tutto l’anno. Risale al 2019 l’approvazione da parte del Parlamento europeo della risoluzione legislativa sull’abolizione dell’ora legale. La Commissione europea aveva proposto di porre fine al cambio stagionale dell’ora, lasciando però gli Stati membri liberi di decidere se applicare in modo permanente l’una o l’altra, ma il nostro Paese finora non ha preso alcuna decisione.
Del resto, sono i Paesi del Nord Europa i più sensibili sul tema, visto che non beneficiano della luce naturale col cambio dell’ora, essendo vicini al Polo Nord. Per l’Italia il tema è diventato rilevante dallo scorso autunno, quando è scoppiata l’emergenza legata al caro-energia. La Società italiana di medicina ambientale (Sima) aveva chiesto al governo l’istituzione dell’ora legale tutto l’anno, abbandonando il passaggio con l’ora solare. Resta allora da capire se l’argomento tornerà d’attualità nei prossimi mesi, in vista dell’autunno, per non farsi cogliere impreparati.