L’ora solare 2022 sta per fare il suo ingresso in scena e gli italiani si preparano a spostare le lancette dell’orologio, salutando così per qualche mese l’ora legale. In particolare, il cambio avrà luogo tra sabato 29 e domenica 30 ottobre, esattamente alle 3 di notte, che diventeranno le 2 e si dovranno spostare le lancette indietro di un’ora che, perlomeno nell’immediato – vale a dire quella notte stessa – consentirà di dormire un’ora in più. A lungo termine, invece, si riuscirà a guadagnare un’ora di luce al mattino, complice l’accorciarsi delle giornate nel periodo più freddo dell’anno.
A livello meramente storico, ricordiamo che il cambio dell’ora è stato introdotto in Italia per la prima volta nel 1916 con un decreto legislativo, rimasto in vigore per un quadriennio, per poi assistere a un’alternanza discontinua tra ora solare e ora legale durante la Seconda Guerra Mondiale. Poi, nel 1965, la variazione di orario è divenuta legge, sfruttando la scansione annuale della luce del Sole.
ORA SOLARE 2022, CAMBIO: L’ORA LEGALE SALUTA (TEMPORANEAMENTE) PER L’ULTIMA VOLTA?
La situazione potrebbe presto cambiare, visto che, com’è noto, a livello continentale si sta discutendo sulla possibilità di concedere ai singoli Paesi autonomia decisionale circa l’adozione dell’ora solare o dell’ora legale senza avvicendamento alcuno. Inevitabilmente, agli Stati del Nord Europa in termini di risparmio energetico si rivelerebbe maggiormente conveniente conservare l’ora solare, contrariamente a quelli del Centro e del Sud Europa, che sarebbero invece più propensi e più favoriti dal mantenimento dell’ora legale.
Nel 2018 Il Parlamento europeo si era espresso chiaramente sulla questione ora solare/ora legale, individuando nel 2021 l’anno spartiacque per i verdetti dei vari Paesi, ma in realtà non è accaduto nulla e tutto è rimasto invariato, probabilmente complice anche la pandemia di Coronavirus, che ha dirottato l’attenzione globale sull’emergenza sanitaria. Ora l’Italia, visto e considerato anche l’inizio del mandato della nuova premier Giorgia Meloni con la sua nuova squadra di governo, potrebbe decidere di pronunciarsi definitivamente sull’argomento.