A pochi giorni dal via libera alla Manovra 2025 il ministro della Sanità Orazio Schillaci è intervenuto sulle pagine di Repubblica per commentare quanto deciso in ambito sanitario e cercare di tracciare il percorso futuro di un settore che diventa sempre più dispendioso per le casse statali mentre attraversa una profonda e radicata crisi occupazionale; il tutto – però – partendo da quei 2,4 miliardi di euro di incrementi alla sanità decisi in Manovra dicendosi comunque soddisfatto a fronte delle evidenti difficoltà a reperire fondi e promettendo che “per il 2026 – spiega Schillaci – avremo 5,1 miliardi in più“.
Rimanendo nel tema dei fondi sanitari, Orazio Schillaci ci tiene a mettere in chiaro che la cifre inferiore alle aspettative (che erano state fissate dallo stesso ministro a 4 miliardi, ricorda Repubblica) sono legate al “grande impegno sul cuneo fiscale” che da solo assorbe “17,3 miliardi”; per precisare poi che l’obiettivo resta quello di mettere in piedi un “piano pluriennale” che partirà da una nuova campagna di assunzioni per arrivare a “pagare meglio (..) medici e infermieri” che già dal 2025 godranno – ricorda – di “un nuova indennità specifica”.
Orazio Schillaci: “Il modello della sanità va cambiato”
Per quanto riguarda le assunzioni – comunque – Orazio Schillaci ricorda anche che nel corso del G7 della Salute ha preso contatti con la “viceministra indiana” con cui ha pattuito di “portare [in Itala] circa 10 mila infermieri indiani” che andranno a rimpolpare le prime linee ospedaliere sopperendo a quei circa “30 mila” che mancano all’appello; mentre alle regioni che chiedono più fondi per gestire le liste d’attesa il ministro – che comunque si dice pronto a “dare nuove risorse” – ricorda quei “200 milioni non utilizzati” e già stanziati.
Resta comunque chiaro anche per Orazio Schillaci che “il modello della sanità va cambiato” partendo da un ampio lavoro a favore dei giovani che “vanno incentivati” a scegliere anche quelle discipline in carenza cronica – e cita, per esempio, “l’anatomia patologica e la radioterapia” -, passando poi all’eliminazione dei “problemi burocratici” per arrivare ad “un patto sulla salute” che metta “al centro la prevenzione”: quest’ultimo – conclude Schillaci – è un aspetto fondamentale “se vogliamo che il sistema resti gratuito” evitando dal principio “le malattie che si possono prevenire”.