SI SBLOCCANO I NEGOZIATI PER L’ADESIONE DI UCRAINA E MOLDAVIA IN EUROPA: ORBAN SI ASTIENE
Con il superamento del veto ungherese, il Consiglio Ue decide di aprire i negoziati di adesione con l’Ucraina e la Moldavia: ad annunciarlo il Presidente del Consiglio Europeo Charles Michel su X-Twitter, confermato poi anche da fonti dirette dell’ANSA a Bruxelles «E’ una decisione presa dal Consiglio europeo che non è stata bloccata da alcuno Stato». In realtà l’Ungheria di Orban – che aveva bloccato fino a questo pomeriggio l’avvio del Consiglio Ue proprio per il veto sull’ingresso di Kiev in Europa – si è astenuta dalla decisione del Consiglio di aprire i negoziati di adesione con l’Ucraina.
«Questa è una vittoria per l’Ucraina. Una vittoria per tutta l’Europa. Una vittoria che motiva, ispira e rafforza», scrive sui social il presidente ucraino Volodymyr Zelensky commentando la decisione del Consiglio Europeo; soddisfazione anche dalla Presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen, «i leader hanno deciso di avviare i negoziati di adesione con l’Ucraina e la Moldavia e di concedere lo status di candidato alla Georgia. Una decisione strategica e un giorno che rimarrà impresso nella storia della nostra Unione. Orgogliosi di aver mantenuto le nostre promesse e felici per i nostri partner». Decisivi i colloqui continuati a fiume per l’intera nottata e giornata successiva, in particolare la bilaterale tra Orban e Meloni potrebbe esser stata decisiva per ammorbidire la posizione ungherese (assieme allo sblocco dei fondi europei annunciati ieri dalla stessa Von der Leyen). Nelle altre importanti decisioni prese dal Consiglio Ue, dopo Ucraina-Moldavia con negoziati al via, è stato deciso che alla Georgia viene concesso lo status di Paese candidato, di fatto uno step precedente a quello dell’apertura dei negoziati. Le trattative con la Bosnia-Erzegovina, invece, verranno aperte «una volta che sarà raggiunto il necessario grado di rispetto dei criteri per l’adesione, specificando di aver invitato la Commissione a riferire entro marzo con la prospettiva di prendere tale decisione».
SLITTA L’INIZIO DEL CONSIGLIO UE: ORBAN BLOCCA L’AVVIO DEI NEGOZIATI PER L’INGRESSO DELL’UCRAINA IN EUROPA
Il primissimo effetto delle forti tensioni in ambito europeo sull’asse Ucraina-Ungheria è stato quello di far slittare l’inizio del Consiglio Ue convocato per oggi, 14 dicembre, e domani 15 dicembre a Bruxelles. Dopo infatti le parole del Presidente ungherese Viktor Orban sull’impossibilità di votare a favore per l’avvio dei negoziati di adesione (dopo parere simile dell’Austria), tutti i leader europei si mossi per cercare di sbloccare l’impasse: l’incontro nella notte tra Meloni, Macron e Scholz ha portato poi stamane al bilaterale Italia-Ungheria per provare a discutere degli scottanti dossier sul tavolo (Ucraina, fondo migranti, Patto di Stabilità).
«L’allargamento non è una questione teorica, è un processo basato sul merito, giuridicamente dettagliato, che ha delle pre condizioni, ce ne sono sette per l’Ucraina e anche nella valutazione della Commissione europea tre su sette non sono state raggiunte, per cui non c’è motivo per negoziarla»: così il Premier Orban alla stampa Ue arrivando a Bruxelles questa mattina, «Dovremo tornare in seguito su questa questione quando le precondizioni saranno soddisfatte dagli ucraini».
Eppure sembrava ieri che la strada verso un possibile accordo generale al Consiglio Ue, almeno sul negoziati di adesione dell’Ucraina in Europa, fosse decisamente più spianata dopo l’offerta della Commissione Ue di ben 10 miliardi di aiuti sbloccati per l’Ungheria in “cambio” della rimozione del veto sull’ingresso di Kiev nell’Unione. Orban però stamane, nell’annunciare che ancora tutto non è sistemato, nega di essere contrario “a priori” all’ingresso ucraino, sottolineando si tratti invece di una questione tecnica di procedura. Non solo, il Presidente di Budapest smentisce vi sia un legame tra i fondi europei destinati all’Ungheria e la trattativa sull’Ucraina: «L’Ungheria non collega nessuna questione ungherese a nessuna questione ucraina», non prima di aggiungere «I prerequisiti sull’ingresso di nuovi Paese non sono stabiliti dall’Ungheria, sono stabiliti dalla Commissione».
MELONI VEDE ORBAN (DOPO MACRON E SCHOLZ): TENSIONI UCRAINA-UE, GLI SCENARI
Insomma la trattativa si complica enormemente e per il Consiglio Ue non è una buona notizia visto che già sul tema Patto di Stabilità le posizioni (e le tensioni) non si contano: «è andata bene, molto bene. E’ stata un’ottima discussione», ha commentato il Presidente francese Emmanuel Macron in merito al colloquio informale andato in scena la scorsa tarda notte con gli omologhi di Germania e Italia. Meloni ha posto le sue perplessità sulla bozza del Patto per gli elementi troppo punitivi per i Paesi ad elevato debito (come il nostro), mentre sul bilancio 2021-2027 dell’Unione Europea l’Italia trova sponda con la Francia contro la posizione di Germania, più vicina ai “frugali” del Nord; tutti e tre invece cercano un accordo per avere più risorse su migrazione e innovazione dell’industria, oltre che per il supporto all’Ucraina.
Nel faccia a faccia di questa mattina pre-Consiglio Ue, Meloni ha incontrato l’amico storico Viktor Orban provando a capire se vi sia un margine di trattativa per eliminare il veto ungherese sull’ingresso dell’Ucraina in Europa. «Fare politica estera vuol dire parlare con tutti», ha ribadito ieri nelle sue Comunicazioni in Parlamento la Presidente del Consiglio, e così l’impulso di questi giorni di vertici Ue resta quello di dialogare e trattare su tutti i dossier con tutti i protagonisti in campo. 26 Paesi convinti sul dossier Kiev, uno solo pone il veto, l’Ungheria, anche se da ambienti europei filtra cauto ottimismo per un possibile superamento dell’impasse: resta da capire a “costo” di cosa avverrà tale eventuale sblocco della trattativa. Migranti, bilancio, Stabilità e Ucraina: l’impressione è che sarà un tavolo a giochi incrociati in cui ognuno dovrà “mollare” su qualcosa in vista di un accordo da raggiungere prima della campagna elettorale per le Elezioni Europee nel giugno 2024.