Dopo Donald Trump, è il turno di Viktor Orban da Tucker Carlson. L’intervista trasmessa da X, proprio come nel caso dell’ex presidente Usa, si apre subito con i temi più spinosi, come le critiche rivolte al primo ministro ungherese, descritto dall’amministrazione Biden e dai media come un fascista. “Nessuno è perfetto”, scherza Orban. A proposito del fatto che non sia il politico preferito dai liberali, replica con una frecciatina: “Siamo alleati degli Stati Uniti, ma siamo trattati peggio della Russia. In origine liberale significava libertà, ma ora in Europa liberale significa nemico della libertà”. Un tema ancor più caldo è la Russia, quindi la guerra in Ucraina. “Dobbiamo fermarla. Non possiamo batterli. Non uccideranno il loro leader. È un momento molto pericoloso”. A differenza di quel che si dice, l’Ucraina non sta vincendo la guerra contro la Russia: “No, è una bugia. È impossibile. Perché? I poveri ucraini muoiono ogni giorno. Il mio cuore è con loro. È una tragedia. È una tragedia per l’Ucraina. Ma finiranno prima i soldati rispetto ai russi. Ciò che conterà alla fine saranno gli stivali sul terreno. E i russi sono molto più forti. Molto più numerosi”.



Di fatto, per Orban la strategia che sta portando avanti l’Occidente è totalmente sbagliata, frutto anche di una conoscenza sbagliata della Russia. “Quando si parla di politica in Russia, la libertà non è il problema principale. La questione numero uno è come tenere insieme il Paese, perché il Paese è molto grande e si privilegia la questione di come tenere insieme il Paese. La libertà è solo un’altra questione. E questo genera un diverso tipo di cultura e di comprensione della politica”, spiega da Carlson. Dunque, si spiega così l’approccio militare della Russia in materia di sicurezza, la necessità di protezione, zone cuscinetto e approcci geopolitici. “Non è la nostra cultura. È un approccio diverso”. Comprendendolo si capisce anche che la Russia non può essere sconfitta con la strategia attuale. “Non uccideranno il loro leader. Non lo abbandoneranno mai. Terranno unito il Paese e lo difenderanno”. Se l’Occidente continuerà a sostenere economicamente la guerra, la Russia lo farà ancor di più. “Quindi non fraintendete i russi per evitare che si stufino di Putin e lo buttino fuori”.



LA GUERRA IN UCRAINA E IL RISCHIO ESCALATION

La guerra in Ucraina per Viktor Orban non si risolve con l’assassinio di Vladimir Putin, perché ciò lascerebbe la Russia in una situazione di totale anarchia, che è un problema ancor più grande della leadership di Putin. “Ora che Putin è al potere da molti, molti anni, ci siamo dimenticati di quanto sia pericoloso quando non c’è una leadership forte, l’interregno è la peggiore delle possibilità”. Ma proprio quest’ultimo sarebbe l’obiettivo del Dipartimento di Stato Usa secondo Tucker Carlson. “Se questo è l’obiettivo, è un errore”, precisa il primo ministro dell’Ungheria. Peraltro, ha a cuore la questione anche perché l’Ungheria è molto vicina all’Ucraina. “Quindi se c’è un’escalation in Ucraina, questo potrebbe avere un impatto immediato su di noi”. Tra l’altro, nelle forze armate ucraine ci sono molti ungheresi.



Nessuno lo sa, ma abbiamo una minoranza, una forte minoranza, più di 150.000 persone nel territorio dell’Ucraina, che prima faceva parte dell’Ungheria”, evidenzia Orban. Quel che ci si deve chiedere è cosa succederà quando l’Ucraina avrà bisogno di uomini, soldati, non solo armi. “Se un Paese occidentale inviasse degli stivali sul terreno, ciò significherebbe una guerra diretta tra l’Occidente e la Russia e ci troveremmo immediatamente in una terza guerra mondiale. Quindi è un momento molto pericoloso”. Per questo bisogna agire con prudenza secondo Orban. “E questo è il messaggio che ho sempre rivolto all’America anche in occasione del vertice NATO: fate attenzione”. Un messaggio che evidentemente resta inascoltato.

ORBAN SPERA NEL RITORNO DI TRUMP ALLA CASA BIANCA

Nell’intervista di Tucker Carlson, il primo ministro dell’Ungheria affronta anche il tema dell’attentato al gasdotto Nord Stream, ricordando che subito dopo ha chiarito, insieme a Turchia, Bulgaria e Serbia, che se fosse stato fatto lo stesso con l’altro gasdotto, quello che percorre il corridoio meridionale, lo avrebbero considerato un atto di guerra. “Non mi rivolgevo alla Russia”, precisa, confermando l’estraneità del Cremlino con il sabotaggio del Nord Stream. Secondo Orban ora l’unica via d’uscita è richiamare Donald Trump.

Il primo ministro dell’Ungheria auspica il ritorno del tycoon. “Potete criticarlo per molte ragioni, ma la migliore politica estera degli ultimi decenni appartiene a lui. Non ha iniziato nessuna nuova guerra. Ha trattato con gentilezza i nordcoreani e la Russia. Persino i cinesi. Ha portato avanti una politica che è stata la migliore per gli accordi di Abramo in Medio Oriente”. Inoltre, è convinto che la Russia, “se fosse stato presidente nel momento in cui è iniziata l’invasione russa, non sarebbe stato possibile per i russi. Quindi Trump è l’uomo che può salvare il mondo occidentale e probabilmente anche gli esseri umani nel mondo. Questa è la mia convinzione personale”.

IL NODO NATO E LA TRATTATIVA CON LA RUSSIA

Quella dell’adesione dell’Ucraina alla Nato è una “lunga storia” per Viktor Orban, che ricorda come l’idea sia stata sollevata durante il vertice di Bucarest del 2000. “La Russia non era abbastanza forte da impedirlo. All’epoca c’era quindi la possibilità concreta di integrare gli ucraini nella NATO. Ma fu respinta. Non c’era un accordo tra i grandi Paesi occidentali in tal senso, quindi fu rimandato. Ma dopo due o tre anni i russi sono diventati sempre più forti, e ora sono ancora più forti. Abbiamo quindi perso l’opportunità storica di farlo”, spiega il primo ministro dell’Ungheria. Quindi, quel treno è ormai passato. “Questa finestra di opportunità non è più aperta. Non possiamo permetterci di avere una lunga linea di confine tra la Russia e l’Ucraina, che appartiene alla NATO. Ciò significherebbe guerra immediata, pericolo per tutti noi, anche per Washington. Quindi è pericoloso anche per gli Stati Uniti”.

Quel che serve è un accordo con la Russia su una nuova architettura di sicurezza per garantire all’Ucraina la sovranità in materia di sicurezza. “Se gli Stati Uniti volessero avere una pace la prossima mattina, ci sarebbe una pace. Perché è ovvio che gli ucraini, i poveri ucraini da soli, non sono competitivi in questa guerra”. Dunque, le chiavi per chiudere la guerra in Ucraina sono nelle mani degli Stati Uniti, dell’attuale presidente e di quello futuro. Orban sa bene che l’Ucraina non può essere esclusa da questa discussione, ma è innegabile per lui che “il vero fattore è il desiderio degli Stati Uniti”.

“PERCHÈ UNGHERIA È DIVERSA DA EUROPA E USA”

A proposito del suo successo in Ungheria, Viktor Orban spiega che il problema è che non si ragiona per ideologie attualmente. Quindi, c’è una Europa dominata da chi mette il proprio ego davanti a tutto e tutti. “L’altra parte della società pensa che non sia vero, perché ci sono alcune cose che sono più importanti di me, del mio ego, della famiglia, della nazione, di Dio. E poiché sono più importanti di me, devo servire queste cose di livello superiore”, prosegue il primo ministro ungherese. “La nostra costituzione si concentra sul noi, su come siamo legati insieme, sulla famiglia, sulla nazione, su Dio, su ciò che è comune. Oggi è totalmente fuori moda nella società europea occidentale”. Il problema per Orban è che nelle società occidentali la politica è spesso guidata dagli intellettuali. “Quindi, quando il liberale dice che questa è l’interpretazione della società, significa che questo è l’unico modo di interpretare una società. Se fai diversamente, non puoi essere un uomo buono. Abbiamo un’interpretazione cristiana e nazionale, più tradizionale, dell’essere umano e della società, ma loro non possono accettarla perché è diversa”.

In generale, ciò non sarebbe un problema, ma lo diventa se è gli Stati Uniti a non apprezzare. “È pericoloso in politica internazionale”. D’altra parte, è consapevole che le critiche arrivano dall’amministrazione, non dalla nazione. Si spiega anche così il fatto che il governo americano abbia cancellato l’accordo con l’Ungheria sulla doppia imposizione fiscale, mentre mantiene quello con la Russia. “Siamo membri della NATO, alleati degli Stati Uniti e siamo trattati peggio della Russia”. Orban non nasconde il fatto che gli Usa hanno fatto campagna elettorale contro di lui, ma non è preoccupato dal controllo americano sul debito ungherese. “Dieci anni fa, probabilmente, sarebbe potuto accadere, ma oggi siamo abbastanza forti. È molto più bello avere un buon rapporto. Ma anche senza questo, possiamo resistere, sopravvivere e crescere”.

“IO BURATTINO DI PUTIN? UNGHERIA PAESE SOVRANO”

A proposito dei suoi rapporti con gli Stati Uniti, Vitkor Orban sa bene di essere dipinto dai media americani come una sorta di burattino della Russia e un amico di Vladimir Putin. “Quando l’ho incontrato per la prima volta, al mio ritorno come Primo Ministro, abbiamo detto molto chiaramente di non toccare la storia, perché la storia tra Russia e Ungheria è piuttosto triste”. Dopo aver ricordato alcuni momenti importanti della storia ungherese, critici per quanto riguarda le relazioni con la Russia, il primo ministro ungherese rilancia: “Siamo un Paese sovrano, e anche ai russi abbiamo ribadito più volte che siamo sovrani. Quindi non prendo sul serio questo tipo di accuse, ma ovviamente cerco di avere un rapporto razionale con i russi, soprattutto in materia di economia ed energia”. Quindi, il fatto di avere la convinzione che “senza coinvolgere i russi nell’architettura di sicurezza dell’Europa, non possiamo garantire una vita sicura ai cittadini europei”, non vuol dire essere burattini di Putin.

Quello che fa la NATO è piuttosto strano, perché se si guarda alla posizione ufficiale della NATO come istituzione, come alleanza, dice esattamente quello che abbiamo detto noi”. Questa è la posizione ufficiale. D’altra parte, “la NATO afferma che gli Stati membri dovrebbero fare del loro meglio per sostenere gli ucraini”. C’è un grande problema: “La politica estera degli Stati Uniti di sostenere e finanziare gli ucraini, non è la politica della NATO, è la politica degli Stati Uniti”. La NATO è più forte della Russia, che quindi non è in grado di minacciare la sicurezza dell’Occidente, ma questo non vuol dire che sostenendo l’Ucraina con soldi e armi si possa battere la Russia. “È una strategia sbagliata. Dobbiamo fermarla. Abbiamo bisogno di una nuova strategia o dovremmo correre il prima possibile verso la pace”.