Non sono parole banali quelle che recita il Presidente dell’Ungheria Viktor Orban da un evento culturale della minoranza magiara in Romania tenutosi ieri: «Il regime illiberale, in Ungheria, è compiuto. Il nostro obiettivo, nei 15 anni a venire, è lottare contro il liberalismo in Europa». Cinico e freddo come sempre, il n.1 di Fidesz si “allontana” dalle battaglie di Matteo Salvini e Marine Le Pen e concentra il suo interesse per la posizione di “stato sovrano” dI Budapest all’interno dell’Unione Europea, con una spruzzata di consenso alla nomina di Von der Leyen e un “calcio” alle ipotesi sovraniste che gli altri partiti di centrodestra europei volevano portare avanti proprio tramite l’esempio e la guida di Orban («Vedremo come andrà a finire. Noi comunque vogliamo restare nel Ppe»). Per il leader ungherese la missione compiuta di un regime “finalmente illiberale” punta tutto sul concetto cardine in aperta opposizione alla radice originaria dello spirito europeo (non esattamente rispettato poi negli anni, questo il vero problema): «Il rapporto fra individuo e comunità nazionale è stato ridefinito in Ungheria, la nazione sovrana è più importante della libertà individuale» ha detto Orban ribadendo quanto nel 2014 aveva già lanciato come provocazione, «in Europa le democrazie cercano di costruire un impero universale liberale e tendono a demolire i confini e mettere in pericolo le identità, il mio regime in Ungheria difende i cittadini, e si oppone al universalismo liberale».
ORBAN, L’UNGHERIA E LO STATO SOVRANO
In questo modo Orban respinge al mittente l’iniziativa dell’Unione europea degli scorsi giorni in cui veniva richiesto di esaminare lo stato del diritto in Ungheria secondo la procedura dell’Articolo 7 del Trattato Ue. La Commissione europea ha deciso di aprire una nuova procedura di infrazione contro l’Ungheria per «il rifiuto da parte delle autorità del Paese di dare cibo a persone in attesa di rimpatrio» che si trovano nelle aree di transito dell’Ungheria al confine con la Serbia: «Il soggiorno obbligatorio in queste zone non è conforme alla direttiva europea e il non rifornimento di alimenti non rispetta le disposizioni comprese nelle direttiva e nella carta dei diritti fondamentali Ue e ciò spiega il perché e’ stato avviato il primo passo della procedura d’infrazione», riportava lo scorso 25 luglio la Commissione Ue. «Avremo lotte da combattere, nel futuro, in questo campo» ha invece ribadito Orban tornando dalla Romania; sul fronte Commissione Ue, il leader ungherese ha poi concluso spiegando di aver svolto un ruolo chiave per far eleggere Ursula Von der Leyen alla Presidenza «Una pragmatica madre di nove figli è meglio dei due guerriglieri ideologici di centro destra e centro sinistra», ovvero Manfred Weber e Frans Timmermans che secondo Orban avrebbero creato più problemi al gruppo di Visegrad e a Budapest stessa. Lo sconto di concetto e di “origini” resta comunque il faro di queste ultime dichiarazioni di Orban, con possibili scontri e polemiche nei prossimi mesi: i trattati Ue si fondano su un concerto diverso, come scriveva infatti Luigi Einaudi, secondo Presidente della Repubblica d’Italia «Mille e mille vincoli legano gli uomini. La pretesa alla sovranità assoluta non può attuarsi entro i limiti dello stato sedicente sovrano […] Il concetto dello stato sovrano è il nemico numero uno della civiltà umana, il fomentatore pericoloso di nazionalismi e conquiste».