È una vera e propria doppia (o meglio, tripla) tragedia quella che si è consumata in questo dicembre in quel di Orbassano – alle porte di Torino – dove una coppia di genitori ha deciso di farla finita all’interno del garage della loro abitazione non riuscendo a sopportare il peso del suicidio della loro unica figlia avvenuto quasi tre anni fa a causa degli abusi sessuali subiti da bambina e che non aveva mai avuto il coraggio di raccontare a nessuno: una vicenda – quella accaduta alla giovane vittima di Orbassano – che era stata ampiamente raccontata dagli stessi genitori in una lunga intervista pubblicata dal quotidiano locale ‘L’eco del Chisone‘ solo pochissimi giorni prima del duplice suicidio.
Partendo dalle ultimissime novità, a quanto si è appreso solamente in questi ultimi giorni, il 9 dicembre la coppia era stata trovata priva di sensi – ma ancora in vita, seppur in condizioni disperate – all’interno dell’auto chiusa nel garage per un tentato suicidio con l’esalazione dei gas di scarico dell’abitacolo: immediatamente trasportati d’urgenza nei nosocomi di Orbassano San Luigi e di Torino Molinette, moglie e marito avevano lottato per qualche giorno tra la vita e la morte, spegnendosi tragicamente tra il 18 e il 23 dicembre.
Cos’è successo alla figlia della coppia di Orbassano: nel 2022 il suicidio a causa degli abusi sessuali subiti da bambina
Solo cinque giorni prima del tragico suicidio – quindi il 4 dicembre -, i due coniugi avevano raccontato al quotidiano di Orbassano la tristissima vicenda capitata alla figlia 28enne che nel 2022 aveva deciso di togliersi a sua volta la vita lasciando solamente una lettera (il cui contenuto è, ovviamente, ignoto) ai genitori dove spiegava le sue ragioni: stando alla ricostruzione resa al quotidiano locale, la ragazza quando era ancora una bambina aveva subito una serie di abusi sessuali da un parente – nel frattempo deceduto – che aveva tenuto lungamente nascosto a chiunque la conoscesse.
Qualche mese prima del suicidio e dopo cinque lunghi anni in cui aveva sofferto ininterrottamente di attacchi d’ansia e depressione (probabilmente aspettando anche il decesso del suo aguzzino), la 28enne aveva raccontato tutto ai genitori gettando l’intera famiglia in un clima di disperazione culminato con il suo – altrettanto tragico – gesto: i genitori dopo la morte della figlia avevano organizzato una serie di incontri pubblici per raccontare l’accaduto e sensibilizzare l’opinione pubblica, ma – almeno apparentemente – senza riuscire ad elaborare e superare il lutto; decidendo infine di porre a loro volta fine al dolore.