L’Orchestra Casadei è certamente l’orchestra da ballo più famosa di tutta Italia, nonché la più popolare nell’ambito del ballo italiano e conosciuta in tutto il mondo anche per via del suo genere, il “Liscio”, popolarissima musica da ballo romagnola. L’orchestra ha portato infatti la musica romagnola in giro per tutta Italia e per il mondo, facendola diventare internazionale. L’orchestra fu fondata ormai quasi cento anni fa, nel 1928, da Secondo Casadei, che compose tantissimi brani, oltre mille, tra i quali alcuni davvero celebri, come “Romagna mia”. L’orchestra venne tramandata, nel 1960, passando nelle mani del nipote di Secondo, Raoul Casadei, che ne prese la conduzione sull’esempio dello zio.
Nel 2000 ancora un passaggio di consegne, con il timone dell’Orchestra passato nelle mani di Mirko Casadei, figlio di Raoul. Proprio Mirko Casadei cambierà poi il nome all’orchestra, chiamandola “Beach Band”. Inizialmente l’orchestra era composta da due due violini, un clarinetto, una chitarra e un contrabbasso: Secondo Casadei, il fondatore, che morì nel 1971, era il violinista dell’orchestra di Emilio Brighi: poco dopo decise di mettersi il proprio inserendo all’interno della band nuovi strumenti che provenivano anche dal mondo jazz, come ad esempio batteria, sassofono e banjo. Il debutto avvenne nell’estate nel 1928 alla Pensione Rubicone e da quel momento fu un crescendo di successi straordinari.
Orchestra Casadei: il segreto del gran successo
L’Orchestra Casadei, nei primi anni ’30, ottenne un successo incredibile soprattutto nelle zone di Forlì e di Cesena. I loro ingredienti segreti? Alta professionalità, musicisti sempre molto eleganti e in divisa e soprattutto una gran voglia di coinvolgere il pubblico, facendolo ballare e cantare con loro. Nel secondo dopoguerra si diffusero in Italia le musiche americane e l’orchestra dovette adeguarsi, cambiando in parte il repertorio e le musiche. Venne inserita all’interno della band una cantante, Arte Tamburini, di appena 17 anni. L’Orchestra tornò ad avere un successo importante, e proprio in quegli anni scrisse la celebre “Romagna mia”.