Nuove restrizioni del governo, ora è ufficiale. È stata emanata infatti un’ordinanza da parte del Ministero della Salute che introduce misure più dure per contenere l’emergenza Coronavirus in Italia. Non a caso vengono definite “ulteriori misure urgenti di contenimento del contagio sull’intero territorio nazionale”. Nello specifico, è vietato l’accesso ai parchi, alle ville, alle aree gioco e ai giardini pubblici. Non è consentito svolgere attività ludica o ricreativa all’aperto. È possibile fare ancora attività motoria, ma individualmente e in prossimità della propria abitazione, purché nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona. Gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande che sono posti all’interno delle stazioni ferroviarie e lacustri, nelle aree di servizio e rifornimento carburante, sono chiusi. Fanno eccezione quelli che si trovano lungo le autostrade, che però possono vendere prodotti da asporto da consumarsi al di fuori dei locali. Aperti anche quelli negli ospedali e negli aeroporti, ma hanno l’obbligo di assicurare il rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro.



ORDINANZA CORONAVIRUS: NUOVE RESTRIZIONI FINO AL 25 MARZO 2020

L’ordinanza emanata dal Ministero della Salute prevede anche che nei giorni festivi e prefestivi, nonché in quelli che precedono o seguono tali giorni, è vietato ogni spostamento verso abitazioni diverse da quella principale, comprese le seconde case usate per vacanza. Queste disposizioni hanno effetto dalla data di domani e sono efficaci fino al 25 marzo 2020. Inoltre, nell’ordinanza si specifica che tali restrizioni si applicano alle Regioni a statuto speciale e alle Province autonome di Trento e Bolzano compatibilmente con i rispettivi statuti e le relative norme di attuazione. La decisione arriva nel giorno in cui il bollettino della Protezione civile registra il numero più drammatico per quanto riguarda le persone morte: sono state 627 le vittime nelle ultime 24 ore. Da notare comunque che l’ordinanza “scade” il 25 marzo 2020, come le misure introdotte dal premier Giuseppe Conte nel Dpcm dell’11 marzo, di conseguenza potranno essere riviste e integrate in un nuovo decreto, se il governo lo riterrà necessario.

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