Il Piano Casa di Matteo Salvini non è un condono. Lo sostiene Irene Sassetti, membro del Consiglio nazionale dell’Ordine degli Ingegneri con delega a edilizia e urbanistica. Ma è anche consigliera comunale del Pd a Livorno, carica che rende le dichiarazioni rilasciate a Quotidiano Nazionale ancor più “pesanti”. «Si tratta di un intervento per razionalizzare le norme e superare le difformità minori che non intaccano minimamente la sicurezza dell’edificio. E quindi non va demonizzato». A tal proposito, rimarca che non si può parlare di condono perché si parla di «difformità davvero minime» che però complicano, se non bloccano, la vendita.



«La realtà è che una grandissima parte degli immobili presenta irregolarità, o dalla nascita o che sono diventati tali dopo con il cambiare delle norme». C’è un limite, però, che non va superato secondo l’Ordine degli ingegneri: «Il piano salva-casa non consente assolutamente di derogare in tema di sicurezza dell’immobile. Questo è per noi ingegneri è davvero un punto irrinunciabile», chiarisce Irene Sassetti.



ORDINE INGEGNERI CHIEDE RIFORMA DEL TESTO UNICO DEL 2001

Irene Sassetti non transige: gli ingegneri non appoggeranno mai una norma che sana irregolarità che possono mettere in pericolo stabilità e sicurezza di un immobile. «Ad ogni modo, stiamo preparando un documento che consegneremo al ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, nelle prossime settimane con la nostra proposte», precisa la politica dem e membro del Consiglio nazionale dell’Ordine degli Ingegneri. Del resto, ci sono norme sulla casa che sono vecchie. Infatti, Sassetti sostiene che sia necessaria una riforma strutturale del Testo unico del 2001. «Si tratta di regole vecchie sulle quali si sono affastellate altre norme, creando un sistema di una complessità ormai ingestibile. E che penalizza ingiustamente sia i cittadini sia i progetti di rigenerazione urbana».



Se l’obiettivo è ridurre il consumo di suolo e recuperare quello esistente, non bisogna introdurre ostacoli, ma ridurli. «Bloccare la vendita per pochi centimetri di muro in più o in meno non ha alcun senso. Prima o poi andrà risolto il problema della doppia conformità». Per quanto riguarda i cambi delle destinazioni d’uso, l’idea degli ingegneri è di impedire la “morte” delle città: per fare ciò bisogna «utilizzare lo strumento degli usi temporanei» per favorire la rigenerazione urbana. Ciò vuol dire «poter utilizzare il patrimonio immobiliare a seconda delle esigenze che si vengono creando e le destinazioni d’uso devono poter cambiare in maniera più agevole a seconda di come cambiano le esigenze».