Alta tensione tra Ucraina e Onu per il rimpatrio di 57 orfani ucraini ospitati in Italia dall’inizio della guerra scatenata dalla Russia. La decisione è stata presa dal governo di Kiev che, tramite il console ucraino ha depositato la richiesta l’8 agosto scorso a Milano. L’istanza è stata accolta dal tribunale dei minori di Brescia, il cui presidente ha provveduto alla firma del decreto. Ma subito è scattata una corsa contro il tempo per non fare partire questi bambini e adolescenti orfani, che hanno tra i 6 e i 16 anni e sono ospitati da famiglie affidatarie nella provincia di Bergamo (42 sono a Rota d’Imagna, 11 a Pontida e 8 a Bedulita).



Del resto, la prospettiva che hanno è quella di finire in due orfanotrofi, peraltro in un territorio in cui c’è la guerra. La partenza era fissata al 16 agosto: alle ore 16 due bus dovevano partire verso due strutture, una è al confine con la Polonia, l’altra con quello dell’Ungheria. Le famiglie affidatarie, contrarie a questa decisione, hanno potuto contare sul supporto dell’Agenzia Onu per i Rifugiati (Unhcr), che ha duramente attaccato la decisione del tribunale, visto che in Ucraina non ci sono le condizioni per il rimpatrio degli orfani, in quanto non mancano solo cibo e cure mediche, ma soprattutto i requisiti minimi di sicurezza.



Infatti, le stesse autorità dell’Ucraina avevano dichiarato che c’è una quota dei rimpatriati che ha riferito di diversi disagi, ad esempio l’acqua calda è disponibile solo 4 ore al giorno negli orfanotrofi e l’elettricità lo è a orari alternati.

CORSA CONTRO IL TEMPO PER EVITARE RIMPATRIO ORFANI UCRAINA

Degli orfani per i quali è stato chiesto il rimpatrio dall’Ucraina, tre sono esonerati: si tratta di un paio di adolescenti che sono malati e hanno problemi, mentre il terzo a settembre diventerà maggiorenne, quindi sarebbe obbligatorio per lui l’arruolamento nell’esercito per partecipare alla guerra. Per ora comunque non parte nessuno, quindi il bus arrivato a “Stella Mattutina” resterà vuoto, perché c’è stata una importante svolta: la questura di Bergamo ha congelato la decisione per almeno due settimane. Sono state presentate in tempo record le domande di protezione internazionale.



Le famiglie dal canto loro avevano lanciato una petizione contro il rimpatrio dei 57 orfani ucraini che aveva raccolto oltre 500 firme. Gli stessi bambini sono contrari all’ipotesi del rimpatrio, visto che la guerra è in corso; stessa posizione hanno preso i loro educatori. Tra l’altro, questi giovanissimi si sono integrati con la popolazione locale, che dal canto suo li aveva accolti dimostrando grande solidarietà oltre che altruismo.

UNHCR E UNICEF CONTRO LA DECISIONE DI KIEV

Sulla vicenda è intervenuta anche Chiara Cardoletti, che rappresenta l’Agenzia Onu in Italia, esprimendo tutta la sua preoccupazione non solo per i bisogni, ma anche per i rischi che corrono gli orfani. «La nostra posizione è condivisa con i tribunali per minori italiani», ha concluso. La decisione dell’Ucraina fa discutere, perché questi orfani in Italia sono al sicuro, mentre in patria sarebbero a rischio.

Lo ha evidenziato anche l’Unicef, che tramite Andrea Iacomini ha evidenziato l’importanza di proteggere questi bambini nel rispetto delle norme del diritto internazionale. Questi orfani ucraini, tra l’altro, sono traumatizzati: sono emerse, infatti, diverse vulnerabilità, anche casi di forte disagio psicologico.