Organi di maiale trapiantati sulle scimmie. L’esperimento è stato condotto nell’ospedale di Xijing, in Cina, da un team di ricerca dell’Università di Medicina dell’aeronautica militare a Xi’an, nella provincia di Shaanxi. Ad essersi sottoposti all’intervento chirurgico dalla durata di quattordici ore, effettuato lo scorso 16 ottobre, sono stati quattro esemplari, due dei quali sono tuttora in condizioni stabili. Degli altri due, invece, uno è morto sotto i ferri e l’altro domenica. Il donatore è stato unico, un suino geneticamente modificato: tre geni sono stati rimossi per evitare il rigetto e altre complicazioni.
Il tentativo scientifico rappresenta per gli esperti, come riportato da China Daily, un grande passo avanti nella ricerca sugli xenotrapianti volta ad affrontare la carenza di organi donati per le persone. Gli organi dei suini infatti sono quelli ritenuti più simili a quelli degli esseri umani per dimensioni e forma, soprattutto nel caso in cui si tratti di esemplari geneticamente modificati. Negli Stati Uniti, a gennaio scorso, il cinquantasettenne David Bennett aveva subito in tal senso un trapianto di cuore con un maiale come donatore, ma è morto due mesi dopo per un citomegalovirus.
Organi di maiali su scimmie: un esperimento che guarda al futuro dell’uomo
Il trapianto di organi di maiali sulle scimmie dunque consiste in un importante esperimento per il futuro della salute dell’uomo. “Lo xenotrapianto non solo amplia la fonte di organi e tessuti donati, ma è anche un importante passo avanti nello sviluppo medico. Guiderà il progresso di molte nuove tecnologie biologiche e cliniche e, infine, avvantaggerà gli esseri umani”, ha assicurato a China Daily il dottor Dou Kefeng, a capo del team di ricerca dell’Università di Medicina dell’aeronautica militare a Xi’an.
La ricerca infatti in questi anni sta andando a rilento in virtù della carenza di donatori, ma con il contributo del mondo animale si stanno compiendo degli sviluppi. Al contempo sarà necessario lavorare su soluzioni mediche parallele al trapianto. Dai suini all’uomo, infatti, è necessario utilizzare più immunosoppressori, il che aumenterà gli effetti collaterali. Alcuni di quelli utilizzati negli esperimenti sugli animali, però, non sono stati approvati per l’applicazione clinica sull’essere umano.