La ricerca scientifica da tempo studia gli organoidi, spesso confusi con mini-organi. In pratica si assiste spesso ad una ‘crisi d’identità’ anche all’interno della stessa scienza. È facile indurre a ritenere che giochino un ruolo fondamentale nel trapianto. Alcuni esperti hanno però voluto di recente mettere in guardia per evitare facili illusioni anche da parte dei pazienti stessi. Hanno così specificato che sarebbero da considerare come ‘avatar’ di organi.



Quando si parla infatti di organoidi si fa riferimento a repliche in miniatura di organi e tessuti umani. Deriverebbero infatti da cellule staminali pluripotenti indotte (iPSC) o da cellule e tessuti adulti, anche di tipo tumorale. Queste cellule riproducono l’esatta struttura tridimensionale dell’organo originale e vengono utilizzati per testare nuovi farmaci o per studiare i processi tumorali. Oltre al fatto che si sarebbero rivelati efficaci anche per testare l’efficacia di farmaci utili in un contesto di patrimonio genetico.



COME NON CONFONDERE GLI ORGANOIDI DAGLI ORGANI

Spesso è anche la stampa ad utilizzare impropriamente i termini, inducendo a creare confusione tra organoidi e organi. Le differenze sono però ‘palpabili’. Non possono essere considerati versioni in miniatura di organi completamente funzionali. Sono infatti in gran parte privi di componenti essenziali, come vasi sanguigni, cellule immunitarie, neuroni e alcuni tipi specifici di cellule, il che, unito alle loro dimensioni molto ridotte, li rende fondamentalmente diversi dagli organi complessi.

Come affermano gli esperti il termine “può suscitare aspettative irrealistiche su ciò che gli organoidi sono in grado di realizzare, sia in laboratorio che nelle loro applicazioni cliniche“. Sebbene gli organoidi si siano dimostrati infatti molto promettenti come modelli per lo studio delle malattie e la sperimentazione di potenziali trattamenti, sono ancora molto lontani dal poter riprodurre la funzione di interi organi in vitro e ripristinarla nel corpo umano. Ecco perchè parlare di organoidi paragonandoli a riproduzioni in tutto e per tutto degli organi può dare false speranze a molti pazienti.