Edoardo Perazzi, nipote di Oriana Fallaci, è intervenuto in una serie di interventi registrati nel corso della trasmissione di Rai Tre “Ribelli”, condotta dalla giornalista Emma D’Aquino. L’uomo ha esordito dicendo che “Oriana da sempre voleva fare la scrittrice. Era interessata ai libri, il suo mito era Jack London… Però come farlo? Il viatico fu il giornalismo. Astutamente, per pagarsi gli studi, lavorò per un piccolo quotidiano di Firenze, ma era talmente in gamba che iniziò a scrivere per i due più importanti settimanali in Italia, ‘Epoca’ e ‘L’Europeo’: lì iniziò una serie di articoli su attrici, fatti di cronaca, anche di cronaca nera, cinema, reali… Oriana se ne occupò con una bravura e anche con una ferocia non indifferenti”.



Peraltro, Oriana Fallaci ebbe il merito di sfondare in un ambiente prettamente maschile, dal momento che in quel periodo non c’erano giornaliste donne, al massimo si occupavano di costume in maniera tradizionale. “Lei – ha spiegato Edoardo Perazzi – si rendeva conto che, affinché un’intervista venisse bene, doveva essere aggressiva, quasi vivisezionare il suo interlocutore”.



ORIANA FALLACI, IL NIPOTE EDOARDO PERAZZI: “IL VIAGGIO IN VIETNAM FU UNO SPARTIACQUE”

Il vero spartiacque nella carriera di Oriana Fallaci è rappresentato dal 1967, anno del suo primo viaggio in Vietnam. Il nipote ha raccontato su Rai Tre: “Da lì non fu più la stessa. Era alla ricerca di qualcosa… Voleva capire l’uomo, voleva capire perché si combatte, perché c’è violenza e, allo stesso tempo, come si comporta un essere umano sotto i bombardamenti, vedendo la gente ammazzata. C’era anche la ricerca della comprensione del coraggio. Vide cose e si occupò di eventi che la cambiarono per sempre, modificando anche la sua scrittura, che si fece più intensa e drammatica. Divenne una star planetaria. Andava sempre alla ricerca del coraggio, chiedendosi sempre come suo padre avrebbe reagito”.



Edoardo Perazzi ha poi ricordato il grande amore della giornalista e scrittrice: “Quando Oriana Fallaci conobbe Alekos Panagulis (purtroppo morto tre anni più tardi in un incidente d’auto, ndr), trovò se stessa. Fu un amore immediato a cui non si sottrasse, in quanto in lui vide una predestinazione, vide se stessa e incontrò finalmente la persona che aveva cercato per tutta la vita, vale a dire un eroe vero”.