Oriana Fallaci: “Quando avevo cinque-sei anni non concepivo nemmeno un mestiere che non fosse il mestiere di scrittore”

Nata fiorentina e con qualche traccia di sangue spagnolo: gli anni Venti vivranno la nascita di Oriana Fallaci e lei, da sempre, si considererà più fiorentina che italiana. “Perché non è la stessa cosa“, dice. I primi anni dell’infanzia li trascorrerà immersa nella povertà, a causa di quella bottega artigiana con cui il padre Edoardo riesce a guadagnare solo il necessario per pagare i suoi tre o quattro operai. Oriana sente subito la responsabilità sulle proprie spalle e non solo nei confronti dei genitori, ma anche verso le sorelle minori Neera e Paola, a cui si aggiungerà Elisabetta quando ormai la scrittrice sarà già adulta. Sarà la figura del padre, un perseguitato politico con gli occhi del regime addosso, a formare il carattere della giornalista, ma anche quello della madre Tosca Cantini, lettrice accanita. “Quando avevo cinque-sei anni non concepivo nemmeno un mestiere che non fosse il mestiere di scrittore“, dice, come si legge nel sito ufficiale dedicato alla sua vita e carriera. Non scrittrice quindi, ma scrittore.



La vita però andrà diversamente per la giovanissima Oriana: a 14 anni si piazza nella prima linea della Resistenza Partigiana per non abbandonarla mai più e che diventerà il suo trampolino di lancio per entrare nel mondo del giornalismo. “Quand’ero bambina dormivo nella Stanza dei Libri. Nome che i miei amati e squattrinati genitori davano a un salottino stracolmo di libri comprati faticosamente a rate“, racconta nel suo La Rabbia e l’Orgoglio. Una stanza piccola in cui c’era anche un divano dalle dimensioni ridotte, con sopra uno scaffale e un librone. “La mamma non voleva. Appena se ne accorse, me lo tolse di mano. ‘Vergogna! Questa non è roba da bambini!’. Ma poi me lo restituì. ‘Leggi, leggi. Va bene lo stesso’. Così Le Mille e Una Notte divennero le fiabe della mia fanciullezza“, racconta.



Oriana Fallaci: Paolo Nespoli ricorda l’incontro con la scrittrice

Il mestiere di giornalista sarà per Oriana Fallaci un’eredità dello zio Bruno, in quegli anni Quaranta penna del Corriere e della Nazionale, poi guida di Epoca. Impossibile per la giovane Oriana non sentire il fascino della carta stampata e soprattutto di quella de Il Mattino dell’Italia Centrale, che pubblicherà il suo primo articolo nel ’46, quando ha appena 17 anni. Solo cronaca nera per i suoi primi passi da giornalista, per poi dedicarsi ai processi, ai fatti di costume, alla moda e allo spettacolo. Le sue idee politiche però cozzeranno con quelle del quotidiano, che deciderà di licenziarla. Troverà invece le porte aperte all’Europeo, per poi finire sotto l’ala dello zio Bruno, direttore dell’Epoca. Eppure le cose non andranno bene: “Mio zio aveva allevato, come una chioccia alleva i pulcini, molti fra i più noti giornalisti italiani. Io rappresento uno dei pochi casi sfuggiti alla sua generosità; temeva talmente le accuse di nepotismo…“, dirà in seguito. Oggi, giovedì 24 ottobre 2019, Rai 3 trasmetterà in seconda serata Illuminate 2 e il primo docu-film diretto da Marco Spagnoli e con Sabrina Impacciatore, dedicato alla vita e alla personalità di Oriana Fallaci.



All’inizio del racconto ci sarà la testimonianza del nipote Edoardo Perazzi, che si avvarrà di alcune vecchie foto di famiglia per ripercorrere quanto accaduto negli anni della Resistenza. “Avevamo un rapporto poliedrico, multiforme, sentimentale, camaleontico. A volte diventava una relazione madre figlio, altre il contrario. Per lei sono stato compagno, amico. Era molto sola“, rivela invece l’ingegnere Paolo Nespoli, che interverrà con il suo ricordo, a Il Corriere della Sera. Incontrerà la Fallaci in Libano, mentre lavora al suo libro Insciallah e si trova sul campo come corrispondente di guerra per L’Europeo. “Un giorno, a missione ormai conclusa, mentre tornavamo con la stessa nave in Italia Oriana mi dice: ‘Che pensi di fare da grande?’“, racconta l’astronauta italiano al settimanale Oggi, “Scavando nei miei sogni da bambino, quando vidi in casa dei nonni le immagini dello sbarco sulla luna: mi piacerebbe fare l’astronauta, saltellare sulla Luna. Pensavo di giocare, invece lei mi guarda seria e dice: ‘Perché no?’“.