Orietta Berti e il rapporto col marito Osvaldo Paterlini

Orietta Berti, ospite di Serena Bortone nella nuova puntata di Oggi è un altro giorno, racconta il rapporto con suo marito Osvaldo Paterlini: “Tra noi ci sono 54 anni di matrimonio. Il nostro rapporto in tutti questi anni è cambiato un po’, adesso litighiamo di meno devo dire. Lui è più taciturno, io invece urlo, canto… Io poi vivo con nove gatti e pensa che lui è allergico! Però è contento perché gli tengono compagnia. Adesso c’è un amore di tenerezza”.



La Berti, stuzzicata dalla Bortone, continua: “Tentazioni dopo tutti questi anni? No. Mi piacevano Paul Newman e Robert Redford ma non li ho mai conosciuti.” (Aggiornamento di Anna Montesano)

La morte di Luigi Tenco

Il 27 gennaio 1967 Luigi Tenco fu trovato morto nella sua stanza presso l’albergo Savoy di Sanremo durante  l’edizione del 1967 del Festival della canzone italiana. Nella stanza d’albergo venne trovato un biglietto: “Io ho voluto bene al pubblico italiano e gli ho dedicato inutilmente cinque anni della mia vita. Faccio questo non perché sono stanco della vita (tutt’altro) ma come atto di protesta contro un pubblico che manda Io tu e le rose in finale e ad una commissione che seleziona La rivoluzione. Spero che serva a chiarire le idee a qualcuno. Ciao. Luigi”. La canzone “Io tu e le rose” è la canzone con cui Orietta Berti ha partecipato al Festival di Sanremo 1967, classificandosi al 5º posto. “Ancora oggi non credo che lui abbia scritto quel famoso biglietto. Non credo che fosse la sua grafia, anche Sandro Ciotti, uno dei suoi più cari amici, me lo confermò: c’erano quattro errori di ortografia, errori che Tenco non avrebbe mai fatto”, ha raccontato la cantante sulle pagine di Oggi.



La sofferenza di Orietta Berti

Nonostante non fosse stata la canzone di Orietta Berti a far escludere Luigi Tenco con la sua “Ciao amore ciao”, per lei non fu semplice continuare come se niente fosse successo: “Non ci ho mai creduto e mai ci crederò, ma per me è stata una pagina molto brutta della mia carriera e solo attraverso il mio pubblico che mi ha sostenuto sono riuscita ad andare avanti. Quella canzone fu molto amata”, ha rivelato la Berti sulle pagine di Oggi. La cantante non ha mai nascosto di aver sofferto molto dopo la morte di Luigi Tenco e di quel biglietto in cui veniva citata la sua canzone: “Ho sofferto molto, per fortuna mi hanno aiutata. La canzone aveva venduto un milione e mezzo di copie, ma ho avuto una sensazione di isolamento. La tv aveva solo due reti, fino al ’68 non ci sono potuta tornare e tutti mi evitavano. Altra fortuna, il pubblico non mi ha mai mollata, ero giovane e alle prime armi… Pensi ci fossero stati i social”, ha detto su La Stampa.