Orietta Berti a Verissimo parla anche di un momento molto difficile della sua vita artistica e personale: la morte di Luigi Tenco che si è tolto la vita a Sanremo, anche se la cantante ha da ridire ancora oggi. “C’erano errori che lui non avrebbe mai scritto e poi suo fratello mi ha detto che quella non era la sua calligrafia” – dice la Berti sul caso di Luigi Tenco – “ancora oggi ho sulle spalle questa cosa, i giornalisti non volevano fare articoli su di me come se avessi addosso la peste”. Quell’anno la Berti era anche lei in gara, ma la cantante sottolinea: “in realtà la colpa è stata anche loro, lo hanno abbandonato a se stesso, la colpa non è mia se ho cantato una canzone popolare che è piaciuta al pubblico. Pensa che una volta avevo un’intervista e un giornalista si è rifiutato di farla, in quel periodo era così, è stata una cosa terribile. Ne sono venuta fuori grazie alla forza di volontà di mio marito e al mio pubblico che non ho mai abbandonato”. La cantante poi parlando del suo lavoro dice: “non è facile, devi farlo anche quando non stai bene, quando hai il cuore infranto”. Poi finale Orietta parla del figlio Omar: “appena nato è stato portato d’urgenza in un altro ospedale, ma il fotografo scalpitava e allora abbiamo preso un altro bambino in prestito per la copertina” e della nipote Olivia: “è bellissimo, non credevo si potesse avere dei sentimenti così forti”. Sul finale il racconto dell’incontro con George Clooney ai Telegatti e dell’amicizia con Ornella Vanoni: “quando andammo a Sanremo lei voleva in coppia un uomo e non voleva farsi fare le foto con me. Anni dopo mi disse che in quel periodo era nervosa. Ora siamo molto amiche, ci sentiamo e scambiamo ricette”. (aggiornamento di Emanuele Ambrosio)



Orietta Berti: “La mia vita tra processioni, bandiere rosse e viaggi”

Orietta Berti nel salotto di Verissimo da Silvia Toffanin si racconta a cuore aperto. “Sto bene, mi sono fatta già tanti test tutti negativo, ma ho un pò di paura. Paura per la mia età e per mio marito, ma ce la siamo cavati bene, siamo sempre stati chiusi in casa” – esordisce la cantante che poi ricorda la mamma Olga: “aveva un ideale comunista buono, altruista”. Una vita tra processioni, bandiere rosse, viaggi e aneddoti, così la cantate racconta la sua vita e la sua infanzia ricordando anche la figura del padre: “quando sono nata io ha riverso tutti i suoi desideri su di me. Mi voleva far diventare un soprano, ma io ero timido quando mi facevano cantare non veniva fuori la voce”. In realtà il sogno di Orietta bambina non era cantare, ma ben altro “volevo fare la maestra d’asilo oppure la hostess”. Poi la Berti parla del concorso fatto con Iva Zanicchi: “lei ha vinto la coppa d’oro, io ho vinto il contratto discografico”. (aggiornamento di Emanuele Ambrosio)



Orietta Berti ospite a Verissimo

Orietta Berti è tra gli ospiti della nuova puntata di Verissimo, il rotocalco televisivo condotto da Silvia Toffanin e trasmesso sabato 3 ottobre 2020 su Canale 5. La cantante sarà in studio per presentare la sua autobiografia dal titolo “Tra bandiere rosse e acquasantiere” edita per Rizzoli e pubblicata pochissimi giorni. Intervistata dal Corriere della Sera, la Berti ha raccontato come si è avvicinata alla musica: “mio padre era un tenore mancato. Era stato abbandonato dal padre che si era rifatto una famiglia a Bordeaux e allora si è dovuto rimboccare le maniche e mettersi a lavorare. E il suo desiderio l’ha riversato su di me, voleva diventassi soprano, ma non ci sono riuscita perché quando è morto anche io come lui dovevo aiutare in casa. E mi sono messa a fare la sarta”. Il lavoro di sarta però Orietta l’ha ben presto lasciato per il mondo della canzone dove si è affermata come una delle cantanti di maggior successo. Parlando però della sua carriera e dei suoi esordi, l’interprete di “Tu sei quello” ha rivelato: “la mia più grande fortuna è stata conoscere un discografico come Giorgio Calabrese: aveva anche De André e Remigi, e si prese cura di me. Da ragazza di provincia senza mezzi finanziari e di comunicazione (per fare le telefonate dovevo andare al bar del paese) mi ha fatto diventare una cantante popolare. Il mio successo lo devo a lui. E al pubblico”.



Orietta Berti: “la morte di Luigi Tenco ha segnato me e la mia carriera”

Orietta Berti non ha mai fatto segreto della sua timidezza; anzi dalle pagine del Corriere della Sera ha precisato: “non si vince mai. Rimane la sicurezza, che arriva quando dopo tante prove non hai più paura. Ma un po’ di emozione ci vuole sempre: se non hai emozione tu non riesci a trasmettere le vibrazioni giuste al pubblico”. In pochi sanno che durante la sua longeva e straordinaria carriera, la Berti è stata anche contattata da Playmen e Playboy per posare per delle copertine. Proposte entrambe rifiutate dalla cantante che ha rivelato: “mi offrirono cifre da capogiro: ma chi l’avrebbe sentite poi mia madre e mia suocera”. La sua vita del resto è sempre stata dedicata alla musica e alla famiglia: dal primo Sanremo in gara con Ornella Vanoni alla morte di Luigi Tenco che l’ha segnata particolarmente. “È un episodio che ha segnato me personalmente e la mia carriera” – ha dichiarato al Corriere della Sera – “c’è stato un periodo in cui nell’ambiente mi schivavano tutti, i giornalisti non volevano intervistarmi e pensare che erano stati loro a non ripescare la canzone di Tenco. Ma sono convinta che il biglietto non lo avesse scritto lui, c’erano due errori di ortografia che mai avrebbe fatto. Per quella storia sono stata messa nell’angolo. Sono sempre stata tartassata, i giornali non scrivevano una riga su di me, sembravo una cantante fantasma: eppure vendevo un sacco di dischi, eppure le mie canzoni sono state fatte in tutte le lingue, da gruppi famosi in tutta Europa”. Infine impossibile non menzionare uno dei suoi più grandi successi: “Finché la barca va”, brano che in realtà non voleva cantare: “volevo una canzone d’amore e a me quel testo non piaceva. L’ho fatta a malincuore, meno male che mi ha convinto mia mamma”.