La Cina ha cominciato a sviluppare due vaccini anti Covid nel novembre 2019, prima dell’inizio ufficiale della pandemia. È quanto emerge da un rapporto del Senato degli Stati Uniti, un documento di 300 pagine in cui si conclude che l’origine del Covid potrebbe essere molto probabilmente legata ad una fuga del virus Sars-CoV-2 dal laboratorio di Wuhan. Dunque, la pandemia sarebbe la conseguenza di un «incidente legato ad una ricerca» svolta nella città cinese. C’è ancora il condizionale sull’origine della pandemia, d’altra parte per la teoria della “fuga dal laboratorio” si ritiene che sia «molto probabile», mentre quella sull’origine naturale non merita più la «presunzione di accuratezza». Ad avvalorare questa tesi anche il giallo dei vaccini, il cui lavoro di ricerca è iniziato proprio presso l’Istituto di virologia di Wuhan nel novembre 2019.



Pertanto, il coronavirus era presente al WIV prima dello scoppio della pandemia e la Cina avrebbe coperto i primi casi. Il rapporto di 300 pagine è la versione completa della sintesi di 35 pagine pubblicata a ottobre dalla Commissione del Senato Usa per la salute, l’istruzione, il lavoro e le pensioni. «La pandemia Covid-19 è stata, molto probabilmente, il risultato di un incidente legato alla ricerca. Nuove informazioni, rese pubbliche e verificabili in modo indipendente, potrebbero cambiare questa valutazione. Tuttavia, l’ipotesi di un’origine zoonotica naturale non merita più il beneficio del dubbio o la presunzione di accuratezza», è scritto nel documento americano. Il rapporto suggerisce che i sostenitori della teoria dell’origine naturale del Covid «devono fornire prove chiare e convincenti» a sostegno della loro tesi.



ORIGINE COVID, COSA DICE IL RAPPORTO DEL SENATO USA

«La preponderanza delle informazioni afferma la plausibilità di un incidente legato alla ricerca, probabilmente non intenzionale, dovuto a carenze nel contenimento della biosicurezza durante la ricerca sui vaccini», è la conclusione di questo rapporto. Peraltro, a distanza di tre anni dallo scoppio della pandemia, non è emersa alcuna prova critica che dimostri l’esistenza di un’origine naturale. Il rapporto rileva inoltre che il tipo di pipistrello portatore del virus più vicino al Covid-19 viveva a oltre mille miglia di distanza da Wuhan e che i dipendenti del laboratorio, che avevano raccolto oltre 200 coronavirus, erano stati fotografati mentre maneggiavano i pipistrelli con un equipaggiamento protettivo inadeguato. L’indagine ha permesso anche di scoprire che gli scienziati del laboratorio erano stati coinvolti in ricerche volte a prevenire future pandemie e avevano cercato di ottenere finanziamenti per ingegnerizzare i coronavirus. «Un incidente legato alla ricerca è coerente con l’epidemiologia iniziale [del Covid-19] che mostra una rapida diffusione del virus a Wuhan, con le prime chiamate di assistenza localizzate vicino al campus originale del WIV nel centro di Wuhan», prosegue il rapporto.



«In breve, errori umani, guasti meccanici, morsi di animali, fughe di animali, formazione inadeguata, finanziamenti insufficienti e pressione per i risultati possono portare alla fuoriuscita di agenti patogeni virulenti, che potrebbero a loro volta infettare animali ed esseri umani e portare al rilascio di un virus da un laboratorio». Ma comunque il rapporto non offre alcuna conclusione «definitiva» sull’origine della pandemia. «Sono necessarie ulteriori informazioni per arrivare a una comprensione più precisa, se non definitiva, delle origini… e di come sia iniziata la pandemia Covid-19. I governi, i leader, i funzionari della sanità pubblica e gli scienziati coinvolti nell’affrontare la pandemia Covid-19 e nel lavorare per prevenire future pandemie, devono impegnarsi a una maggiore trasparenza, impegno e responsabilità nei loro sforzi».