Una testimonianza diretta sulla missione che nel marzo 2020, in piena pandemia Covid, portò 104 militari russi all’aeroporto di Pratica di Mare arriva da Orio Giorgio Stirpe, colonnello in congedo dell’Esercito italiano che per 12 anni si è occupato di analisi operativa presso il Comando Nato Nrdc Italy di Solbiate Olona. Parlando dell’operazione russa a Bergamo a Libero, ha spiegato che per quanto riguarda la parte politica non sa come siano andate esattamente le cose. «So solo che dal punto di vista militare noi ci siamo sentiti dire all’improvviso: “Stanno arrivando i russi, bisogna fare sicurezza”». Il comando militare di Milano, dunque, «è stato incaricato di seguire la cosa, e a noi che appunto facevamo analisi militare è stato chiesto di fornire interpreti, per fare da ufficiali di collegamento e anche per aiutare a sorvegliare il personale russo che era arrivato in Italia».



Orio Giorgio Stirpe precisa che c’erano anche i Servizi italiani e della Nato, «che hanno fornito informazioni a loro volta. Alla fine è venuto fuori che in tutto il contingente russo c’erano soltanto due medici». Dunque, su 104 persone arrivate dalla Russia, solo due erano medici, mentre gli infermieri forse erano 4-5, a supporto dei medici che però erano per i soldati russi, non per l’Italia. «Tutto il resto era personale mili- tare. Difficile stabilire esattamente quale fosse la proporzione di agenti dei Servizi russi, però chiaramente era piuttosto pesante». Una parte rilevante era formata da un battaglione di Nbc, formato da soldati addestrati alla bonifica biologica, chimica e radiologica. Seppur bravi, non c’entravano nulle con le reali esigenze italiane.



“A GHEDI CI SONO I TORNADO CON CAPACITÀ NUCLEARE”

«Quando ci siamo resi conto di quelle che erano le loro effettive capacità li abbiamo messi a bonificare le case di riposo della provincia di Bergamo», spiega Orio Giorgio Stirpe a Libero. A tal proposito, ha riconosciuto che sono stati utili, ad esempio, quando hanno spruzzato disinfettante nelle Rsa. I problemi sono sorti però quando i russi «avrebbero preferito non operare nella provincia di Bergamo, ma in quella di Brescia. Dove, guarda caso, ha sede la base aerea di Ghedi, dove stanno i nostri Tornado con capacità nucleare». Di fatto, non è stato mandato un contingente di medici, ma con medici che solitamente seguono ogni contingente. «Quindi in sostanza la collaborazione era esclusivamente la bonifica biologica. Che eravamo perfettamente in grado di fare da soli». Il colonnello in congedo sottolinea come siano stati mandati i “bonificatori di Chernobyl” per le Rsa di Bergamo. Peraltro, la missione russa è stata pure pagata dall’Italia e sono state usate risorse militari che potevano invece servire a sostegno della popolazione, «perché abbiamo dovuto tenere d’occhio questi militari russi che andavano in giro sul territorio italiano». Riguardo l’ipotesi che lo scopo di questa missione fosse raccogliere materiale per il vaccino Sputnik, Orio Giorgio Stirpe ritiene che «la raccolta di dati sui vaccini sicuramente l’hanno fatta in altro modo». Una cosa evidente era l’aspetto propagandistico. In quel periodo circolò la notizia che la Russia aveva mandato gli aiuti con l’aero più grande del mondo, l’Antonov ucraino distrutto poi nella base di Hostomel durante l’invasione. «Dicevano tranquillamente che quello era un aereo russo, benché fosse colorato di giallo e azzurro, con i colori dell’Ucraina. Sono andati avanti per settimane a ripetere questa bufala».

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