La tragica morte del sindacalista Adil Belakhdim, investito da un camion venerdi scorso durante la protesta a Biandrate davanti ai cancelli della Lidl, ha fomentato polemiche e critiche fortissime sul mondo del lavoro in particolare sulle condizioni dei dipendenti nel mondo della logistica.
A “Repubblica” questa domenica il Ministro del Lavoro Andrea Orlando ha rilasciato una lunga intervista dove ripercorre tutti i “nodi” attualmente in discussione nel Governo sul fronte orari, contratti e licenziamenti, con un occhio di riguardo particolare per la tragedia di Adil, sindacalista dei Si Cobas: «Ogni morte che avviene sui luoghi di lavoro è una ferita e anche un’onta per tutto il Paese. Se poi chi muore è qualcuno che si batte per i diritti degli altri, questa ferita è anche più profonda: alla famiglia e agli amici di Adil voglio dire che si è lottato perché l’Italia non fosse più questa e prometto loro che farò tutto quello che è in mio potere affinché l’Italia non sia più questa qui, quella dove si muore davanti a un capannone». Al di là della tragedia (il sindacalista è morto non per le condizioni sul luogo di lavoro ma per una tragica e tremenda fatalità e anche per l’intenzione del camionista di forzare il picchetto dei sindacati), Orlando riflette sulle opportunità di cambiamenti nel mondo della logistica nei prossimi anni: «è la logica dell’esternalizzazione, quella che produce un doppio regime e che ha portato a questi episodi di scontro: il tuo dipendente con un contratto regolare negoziato con i sindacati e il dipendente dell’appaltatore con un altro contratto, ammesso che gli venga applicato».
L’ALGORITMO E IL CONTRATTO
Per il Ministro Pd il vero “nodo” è quell’algoritmo che in Amazon e non solo “governa” la nuova logistica contemporanea, cresciuto enormemente in epoca di pandemia con le chiusure dei negozi “fisici” per un lunghissimo periodo di tempo: «c’è il rischio di avere sulla carta un bel contratto firmato e poi un algoritmo digitale che scandisce orari e turni. Un algoritmo dentro il quale nessuno è in grado di guardare e che diventa il vero contratto da rispettare», spiega ancora Orlando a “Rep”. Prima della morte di Adil, annuncia il titolare del Lavoro, il Governo aveva già aperto un tavolo con la filiera di produzione per un confronto serrata sulle possibili “modifiche” all’algoritmo: «C’è infatti da vedere bene dentro il settore della logistica e per questo ho dato vita a una task force con Ispettorato Lavoro, Inps, e Agenzia entrate e rappresentanti degli altri ministeri competenti per capire cosa sta accadendo». In chiosa finale, il Ministro del Lavoro sottolinea la preoccupazione di far rispettare i diritti sindacali e l’algoritmo basato e scandito all’estero: «l’extraterritorialità della giurisdizione non può essere un alibi; non a caso sarà oggetto del G20. Devo dire che qualche passo avanti con le grandi lo stiamo vedendo. Amazon ad esempio all’inizio resisteva al confronto, poi ha dato la sua disponibilità», ma pure per i sindacati non sarà facile, «come si contratta con un algoritmo che rischia di svuotare di senso il contratto nazionale? Stiamo entrando tutti in un mondo diverso».