Scontro tra Andrea Orlando, ministro del Lavoro, e Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, sulla possibile introduzione dell’obbligo vaccinale. L’occasione per dibattere sull’argomento si è palesata in occasione della Festa nazionale dell’Unità a Bologna. In particolare, come riporta “Firenze Post”, Orlando ha sottolineato di non escludere l’eventuale introduzione del vaccino obbligatorio, anche se all’interno del Governo si registrano posizioni nettamente diverse sulla questione, dunque traguardare quel tipo di obiettivo non sarebbe un’impresa così agevole.



Per quanto attiene al Green Pass, invece, l’esecutivo Draghi dovrà estenderne l’uso “al maggior numero di contesti. Non potendo percorrere per ora la strada dell’obbligo, quella della certificazione verde è quella che si offre. Capisco che determini una serie di contraddizioni, ma non ne facciamo guerre di religione”.



LANDINI REPLICA A ORLANDO: “IL TAMPONE SIA GRATUITO PER I LAVORATORI”

Immediata è giunta la risposta da parte del segretario della Cgil, Maurizio Landini, il quale ha rivelato di essere a favore di una battaglia tesa all’incentivazione della vaccinazione di massa. Tuttavia, se il governo non fa una legge per l’obbligo, “non posso essere io sindacato a farla. Ci deve essere una responsabilità da parte del governo. Quanto al tampone, esso deve essere gratuito. Non può essere il lavoratore che lo deve pagare. Se l’emergenza porta alla necessità di un obbligo vaccinale, non ci sono posizionamenti politici che tengano”.



Quanto al Green Pass, Orlando (le cui affermazioni sono state trascritte da “Il Sole 24 Ore”) ha detto: “Esso è uno strumento per spingere le persone a vaccinarsi, credo che andrà progressivamente utilizzato in tutti gli ambiti in cui è possibile. Cerchiamo di farlo in base ad un confronto con il quale si possono definire meglio anche come gestire meglio anche le criticità che possono emergere dalla sua applicazione in contesti diversi”. Una tematica, ormai è noto, destinata a generare ulteriori discussioni nelle prossime settimane, che, complice il rientro a scuola e negli uffici, si riveleranno indicative, perlomeno in termini di recrudescenza pandemica in vista della stagione più fredda.