Ornella Vanoni vanta ben 65 anni di carriera musicale e ben 61 album pubblicati. E’ una delle artiste italiane più longeve e tra le più grandi interpreti della musica leggera del nostro Paese, nonché una delle più vendute con oltre 55 milioni di dischi. Grazie al suo stile interpretativo unico e sofisticato ed una timbrica vocale fortemente riconoscibile, ha iniziato a cantare nel 1953 presso l’Accademia di arte drammatica del Piccolo Teatro di Milano di Giorgio Strehler, di cui ne divenne l’allieva prediletta. Nel 1958, il regista teatrale, visto l’interesse che la Vanoni aveva iniziato a suscitare, decise di cucirle addosso un vero e proprio repertorio. Oggi è tornata a parlare proprio di lui durante un’intervista per l’Avvenire: ”Vedo una grande mancanza di cultura, che avanza e cresce soprattutto sui social, e non mi piace. Giorgio Strehler oggi ne soffrirebbe moltissimo. Io cerco di cogliere il buono di ogni epoca, vado spesso a teatro ma, ripeto, manca la cultura, specie in questa epoca di pandemia. Giorgio soffrirebbe anche perché il teatro è come una candela meravigliosa, che si accende e si spegne. Non è come il cinema che è riproducibile”.
Ornella Vanoni: “Occorre prendere quello la società di oggi offre”
Ornella Vanoni, che ha fatto della musica leggera il suo genere, è sempre stata al passo con i tempi e ha sempre seguito l’onda dell’attualità: ”Per andare avanti occorre prendere al volo quello che la società di oggi ti offre e tra i giovani mi trovo meravigliosamente. Certo, non c’è più quel cantautorato, oggi c’è, come cantano Colapesce e Di Martino, ‘musica leggerissima, parole senza mistero‘. C’è un ricerca di leggerezza, che non vuol dire ignoranza, ma che può essere molto colta. Oggi l’atmosfera è talmente pesante, il mondo è pieno di guerre, la povertà che c’è mostruosa anche in Italia, e capisco che ci sia bisogno di leggerezza”. La Vanoni ha inoltre debuttato come attrice di teatro negli stessi anni in cui debuttava come cantante, la sua prima apparizione fu in ”Sei Personaggi in cerca d’autore” mentre sul grande schermo è stata in ”Romolo e Remo” di Sergio Corbucci. Oggi ha rivelato all’Avvenire di essere al lavoro per finire un docu-film con Elisa Fuksas in cui Ornella è metà donna e metà sirena, ma anche che a settembre uscirà un film dove vestirà i panni di ”una nonna tutta matta”.
Ornella Vanoni: “Milano una volta era gioia”
Le ”canzoni della mala” hanno fatto parte degli esordi di Ornella Vanoni e fu Giorgio Strehler ad introdurla a questo genere. Il regista trasse spunto da alcune antiche ballate dialettali narranti vicende di cronaca nera per scrivere nuovi testi incentrati sulla malavita: ”Il mio debutto da cantante fu negli intervalli a teatro. Un successone. Fu a partire da lì che si inventarono le canzoni della mala. Non esisteva una tradizione milanese al proposito, così Strehler arruolò autori come Gino Negri, Dario Fo, Fiorenzo Carpi e Fausto Amodei che scrissero questi brani”. E proprio sulla Milano di quell’epoca Ornella ne ha raccontato come un periodo incredibile, ricco di fermento: ”C’era Gaber che era straordinario, e poi Jannacci. Io ho vissuto quel periodo e mi sono divertita tanto. Milano era una gioia, mentre ora è una città tutta isterica, punta solo sui soldi”. Infine per l’Avvenire ha anche rivelato di aver vissuto la pandemia di oggi senza paura: ”Io c’ero quando c’erano le bombe durante la guerra”.