Ornella Vanoni è intervenuta a “Verissimo”, ospite della trasmissione di Canale 5 condotta da Silvia Toffanin. L’artista si è messa completamente a nudo, raccontando la sua depressione passata: “L’ho conosciuta, ma mi sono curata e ora non ne soffro più. Ci sono persone che hanno paura di rivolgersi agli specialisti, pensano che questi cambino loro la personalità, invece se lo facessero starebbero meglio. I miei nipoti Matteo e Camilla? Sono felici, se io sto bene. Lui è molto affettuoso, lei ama moltissimo viaggiare”.



L’artista ha raccontato che da ragazzina era super corteggiata: “Avevo 3-4 fidanzatini, ma c’è stato soltanto qualche bacio, nulla di più. Ho spezzato tanti cuori? L’hanno spezzato anche a me, altrimenti non canterei così”. In merito al Coronavirus, Ornella Vanoni l’ha definito “una guerra, che non sappiamo quando ci prende. La separazione ci uccide, la gente muore come soldati in mezzo a campi di guerra. Io non mi sono spaventata quando l’ho contratto, ma mi ha preso la pancia. Credevo di morire dal mal di pancia. Ho avuto un blocco intestinale e mi si sono gonfiati i linfonodi”. (aggiornamento di Alessandro Nidi)



Ornella Vanoni, sogno un pezzo trap

“Io credo che nel globo terracqueo non ci sia un’altra donna che alla mia età decida di registrare un disco di inediti, una cosa senz’altro molto difficile da affrontare”. Con questa consapevolezza, Ornella Vanoni ha accettato la sfida di far uscire un nuovo album nel suo sessantesimo anno di vita artistica (i suoi anni sono sedici in più… a voi i calcoli). Il titolo del disco, Unica, la dice lunga sul suo carattere forte, determinato e in sintesi speciale, perché non è da tutti cimentarsi in un’avventura del genere avendo alle spalle una carriera già ampiamente costellata di successi. Di fatto, Ornella si è presa un rischio, oltre a essersi sobbarcata il peso di un lavoro che, volendo, avrebbe potuto evitare. E lei assicura che l’attività in studio è stata più difficile del previsto: “Mi stupisco perché è stato un lavorìo lungo che ho deciso di iniziare che avevo 84 anni e che è finito che ne ho 86. L’ho anche detto ai miei collaboratori: facciamo in fretta che se no io tiro il calzino e non mi trovate più”. Oggi pomeriggio, Ornella sarà ospite a Verissimo anche per presentare le sue nuove canzoni.



Ornella Vanoni e la collaborazione con Fabio Ilacqua

Nel disco è contenuto il brano Un sorriso dentro al pianto, scritto per lei da Francesco Gabbani e arrangiato – come tutti i pezzi dell’album – da Fabio Ilacqua, storico collaboratore di quest’ultimo. Ornella Vanoni lo descrive così, in un’intervista rilasciata il 27 gennaio a Repubblica: “Che persona straordinaria Fabio Ilacqua, non usa il telefonino, dipinge, ama gli stessi libri che amo io e anche le foto di schiena o a occhi chiusi che piacciono a me. Lo chiami e la mamma ti dice che è a zappare l’orto. Sarebbe un uomo interessante per molte donne, sono sicura che una donna con lui non si annoierebbe mai”. Ilacqua l’ha aiutata in parte a cambiare sonorità, ma a Ornella ancora non basta: la storia dell’eleganza, dice, crea una barriera con il pubblico, mentre lei sogna una roba ‘tamarra’, “andare in giro con le sneakers e l’abito da sera”. In sintesi: “Voglio un pezzo trap e prima o poi lo farò: c’è un autore milanese che me l’ha promesso, potrebbe essere arabo”.

Ornella Vanoni racconta com’è nato il suo nuovo album

Ma c’è stato un cambiamento importante anche nella sua estetica: “Sono stata io a volere la foto di copertina tutta sui toni del giallo”, fa sapere Ornella Vanoni, parlando ancora del suo nuovo album. “Ultimamente ho avuto un riflusso di memoria, mi sono ricordata del periodo della mia vita in cui ho avuto la passione per il giallo, tutto ciò che trovavo di giallo lo compravo. Sarà che oggi voglio contrastare il buio del virus, che sembra carino come una pianta grassa ma è terribile, mi è tornata la voglia del giallo, la gioia di vivere, ho di nuovo la passione del giallo come aveva Van Gogh”. Invece non ha avuto diritto di veto sul titolo dell’album, che da Essere Ornella è diventato Unica: “Ho dovuto cedere, mi hanno detto che c’era già il film Essere John Malcovich e si sarebbe fatto confusione. Come se invece il titolo Unica fosse unico, ho già visto passare due furgoni con la scritta ‘Unica assicurazioni’…”.