La notizia dell’uccisione, a San Benedetto dei Marsi a L’Aquila, dell’orsa Amarena ha fatto nei giorni scorsi rapidamente il giro del web. L’animale nella notte tra il 31 agosto e il 1 settembre, per ragioni ancora da chiarire, si trovava nel centro cittadino con i suoi cuccioli, quando A.L, allevatore e cacciatore 56enne, l’ha colpita dalla finestra di casa sua, uccidendola sul colpo e facendo scattare la fuga, non ancora interrotta, dei suoi cuccioli. Immediata la chiamata, da parte dello stesso assassino dell’orsa Amarena, ai carabinieri, che hanno allertato un veterinario, il quale non ha potuto che constate il decesso dell’animale, mentre A.L veniva contestualmente iscritto nel registro degli indagati per chiarire le dinamiche dell’accaduto.
L’uomo che sparato all’orsa Amarena: “Ho sbagliato, non mi do pace”
Dopo un breve periodo di silenzio, l’uomo che ha ucciso l’orsa Amarena ha deciso di parlare, sostenendo che “sono tre giorni che non dormo e non mangio, non vivo più“. Si dice distrutto per l’accaduto e riconosce pienamente la sua colpevolezza, ma non si capacità del perché “ricevo in continuazione telefonate e messaggi di morte, hanno perfino chiamato mia madre 85enne”, racconta secondo quanto riporta TgCom24, “tutta la mia famiglia è sotto una gogna”.
L’uomo che ha ucciso l’orsa Amarena, inoltre, ha spiegato che “ci devi passare per capire quello che sto provando ora”, sottolineando che “ho sbagliato, l’ho capito subito dopo aver esploso il colpo” e raccontando di essere stato lui stesso ad aver chiamato i carabinieri. “È successo in uno spazio piccolissimo”, ha raccontato ancora, “io mi ero appostato per vedere chi fosse, mi sono trovato all’improvviso quest’orso ed ho fatto fuoco per terra, non ho mirato, il fucile aveva un solo colpo”. Simili anche le parole della moglie dell’uomo che ha ucciso l’orsa Amarena, la quale ha sottolineato che “non è giusta questa violenza e questo martirio che ci stanno facendo, c’è la Procura che indaga, sono loro i titolati a farlo, a giudicare, noi sicuramente saremo puniti e ripeto giustamente, ma perché dobbiamo vivere sotto scorta?“, si chiede, “perché dobbiamo aver paura di vivere?”.