Ultimante, in seguito all’aggressione ai danni del runner in Trentino, c’è un gran parlare attorno agli orsi. Visti come animali grossi ed aggressivi, sono spesso etichettati come predatori famelici, che non si fanno nessuna remore ad attaccare, ed uccidere, gli esseri umani o gli altri animali. In Trentino, per esempio, dopo l’aggressione si è pensato alla soluzione estrema di decimarne la popolazione, che si attesta complessivamente a circa 100 orsi, prendendo prima di mira quelli considerati “aggressivi” per l’uomo e poi almeno la metà dei rimanenti. Il provvedimento è stato prontamente bloccato dal Tar, su richiesta di alcune associazioni animaliste, salvando la vita agli animali che, concretamente, sono a rischio estinzione. Rimane, però, da capire se si tratti veramente di animali aggressivi e dannosi per l’uomo, e se esistano delle eventuali strategie di convivenza.



Orsi: sono veramente aggressivi?

Concentrandoci subito sulla questione che gli orsi sono aggressivi, è importante sfatare immediatamente questa falsa percezione. Come la maggior parte degli animali, l’orso tende ad evitare gli incontri con l’essere umano, prediligendo gli orari e i luoghi in cui hanno la certezza di non trovare persone. Similmente ad altri animali, sono docili e mansueti, diventando aggressivi solamente quando stimolati negativamente, o se impauriti. Gli orsi, inoltre, sono animali intelligenti, che possono sviluppare una fiducia nei confronti degli esseri umani, visti come ottimi dispensatori di cibo. Complessivamente, il tasso di aggressioni da parte di un orso è piuttosto basso, e lo dimostra anche il fatto che il caso del Trentino sia così ampiamente battuto e discusso.



Come si può convivere con gli orsi?

Insomma, parlando di orsi si dovrebbe uscire dall’idea che si tratta di animali aggressivi e violenti. Ciò non toglie che sono animali, guidati dagli istinti e dalle sensazioni, e se si sentono in pericolo sanno sfruttare al meglio le loro (enormi) doti fisiche. Una convivenza con una vasta popolazione è possibile, e lo dimostra perfettamente il fatto che in America siano animali parecchio diffusi, con un tasso di aggressioni che rimane, comunque, accettabile e simile a quello di molti altri animali.

All’interno dei parchi naturalistici americani gli orsi sono controllati, e si tende a tenerli a distanza dagli esseri umani. Per esempio, il Katmai National Park and Preserve, tra i più famosi proprio per la presenza dell’orso, gli animali sono esclusivamente osservabili da distante, su una piattaforma rialzata che evita ogni interazione diretta. Infatti, se l’orso entra a contatto con l’umano, essendo intelligente, capisce che può trovare del cibo, e se affamato può diventare aggressivo piuttosto facilmente. Differentemente, in Trentino dove si contano ben 100 orsi, questi sono liberi di girare all’interno dell’area boschiva, in perfetta (si fa per dire) sintonia con il resto dei viventi. Si dovrebbero, insomma, ripensare le norme di gestione delle interazioni con questi imponenti mammiferi, lavorando anche sulla gestione del rischio, che passa anche da un’estesa informativa (almeno in Trentino) su come comportarsi in caso di incontro ravvicinato.