Un mese e un giorno ci separano dalle elezioni politiche del 25 settembre, ma il trend è abbastanza chiaro secondo Giovanni Orsina: il centrodestra ha la vittoria in tasca. Intervistato da Il Giornale, il direttore della School of government della Luiss ha spiegato che il centrodestra parte quindici punti avanti e questo vuol dire “che la destra se non commette errori gravi ha già vinto”: “Certo, tutto può succedere, per carità, ma il trend è chiaro”.
Secondo i sondaggisti, ha spiegato Orsina, il mese di agosto non ha spostato voti e tutti i partiti sono praticamente rimasti dove erano. E la sinistra deve concentrarsi su temi che non siano la paura del fascismo e l’Europa: tutto l’armamentario tradizionale è stato saccheggiato con scarsi risultati. Secondo l’esperto, “per andare oltre, impresa difficilissima, anzi direi quasi impossibile, ci vuole ben altro”: “Non credo onestamente che Letta possa tirare fuori all’improvviso, magari a settembre, armi segrete in grado di ribaltare le previsioni o almeno di ridurre in modo significativo il distacco”.
GIOVANNI ORSINA SULLE POLITICHE
La quota degli indecisi si attesta attorno al 40%, ma questa non è una sorpresa secondo Orsina: “Perché ad ogni elezione il numero di quelli che vanno ai seggi si assottiglia. Si scende di 2 o 3 punti ad ogni tornata, si può pensare che passeremo dal 73% del 2018 al 70% circa”. La gran parte di quel 40 per cento è orientata verso l’astensione e l’esperto non ha dubbi, la parte contendibile non supera il 10 per cento. La televisione potrebbe spostare qualche punto percentuale, ma fino ad un certo punto, ha aggiunto Orsina: “Motivare in un senso o nell’altro una porzione degli incerti. Ma entro certi limiti e poi bisogna vedere cosa vedremo, mi scusi il bisticcio, sullo schermo: un duello all’americana Letta Meloni può avere un certo impatto, altra cosa sarà assistere ad un confronto multiplo, fra quattro o cinque leader”.