Il politologo Giovanni Orsina, in una intervista a Libero, ha commentato i primi giorni di Elly Schlein nel ruolo di segretaria del Pd. Il suo obiettivo dovrà essere quello di ampliare il bacino di elettori. “Ha già cominciato a recuperare i voti che erano andati al M5S, sull’ondata emotiva dell’elezione. Restano, tuttavia, due nodi difficili da sciogliere. Il primo, banale, è che se rubi voti al tuo alleato non modifichi la somma della coalizione. Il secondo, strutturale, è che l’elettorato di sinistra-sinistra in Italia corrisponde storicamente a un terzo dei voti: tanti, ma non abbastanza per vincere. Una volta consolidata la propria egemonia su quel terzo, quindi, dovrà porsi il problema di come allargarsi al di fuori di esso”, ha sottolineato il professore.



L’elettorato del centro, tuttavia, al momento sembrerebbe lontano dalle sue mire. “Oggi non perde voti Schlein, collocata com’è, non è in grado di parlargli. Se un domani lei dovesse consolidarsi a sinistra, e il voto a destra cominciasse a sfaldarsi, potrebbe allora provare a spostarsi al centro. Ma stiamo ragionando su una prospettiva temporale di almeno due o tre anni, e le incognite sono legione”.



Orsina: “Schlein ora non può parlare a centro”. Le alternative

Le alternative per acquisire voti al Pd di Elly Schlein, però, secondo Giovanni Orsina, non mancano. “Una strategia più credibile sarebbe quella di indirizzarsi verso gli italiani che hanno smesso di votare. Se riuscisse a riassorbire l’astensionismo a sinistra, e magari gli elettori delusi, a destra, non andassero a votare, allora quel terzo potrebbe diventare un 40 o 45 per cento di coloro i quali votano effettivamente. Vedremo. Le serviranno comunque tempo e fortuna”, ha preannunciato il politologo.

La strada insomma è lunga, ma almeno è stata esclusa l’ipotesi di una scissione interna. “Per il momento assolutamente non è ipotizzabile. Schlein è ben lontana dal controllare il partito: saranno mesi duri per lei, per consolidare il proprio potere, e non è affatto detto che ci riesca. Se dovesse riuscirci, allora sì, il problema della scissione potrebbe porsi”.