CARLO FRECCERO ‘LEGGE’ LA VICENDA ORSINI DA UN ALTRO PUNTO DI VISTA
Il “caso Orsini” che sta occupando la tv nelle ultime settimane non è altro che un modo in cui viene «aiutata la propaganda in tv»: a dirlo è l’ex direttore di Rai 2 Carlo Freccero, tutt’altro che tenero nel giudizio ai tanti talk show politici che sulla guerra in Ucraina hanno portato alla “ribalta” il professore della Luiss Alessandro Orsini.
«La propaganda non tollera il contraddittorio», spiega il critico tv e scrittore a “La Verità”, «se lo fa, lo tratta da eccezione che conferma e rafforza la regola»: il racconto della guerra provando a ragionare dalla parte dei russi non piace alla gran parte del pubblico e degli stessi analisti da talk, ma tant’è Orsini continua ad essere invitato ed esporre le proprie teorie geopolitiche non allineate alla narrazione ufficiale. Questo però per Freccero non rappresenta un pluralismo virtuoso, bensì l’esatto contrario: «La propaganda non è necessariamente logica e ci chiede ogni giorno di azzerare le opinioni del giorno precedente, per allinearsi ai nuovi diktat delle autorità. L’abbiamo già visto durante la pandemia».
“LO SCHEMA DEI TALK SHOW ISOLA IL DISSENSO”: PARLA L’EX RAI2 FRECCERO
Secondo Freccero, per loro stessa natura, i talk show per avere senso «devono contemplare lo scontro diretto tra opinioni divergenti, altrimenti diventano propaganda. In questo contesto un’unica voce dissenziente rischia di fare il gioco dell’avversario». E così la posizione del professor Orsini rischia di diventare un “aiuto” e “sostegno” alla propaganda che lui stesso dice di voler combattere: la cosiddetta “tecnica del panino”, scandisce l’ex direttore di Rai 2, permette al conduttore di porre sempre le conclusioni ai vari passaggi discussi in trasmissione.
E l’effetto che se ne ricava «è la convinzione che dissentire non va bene, non conviene, dato che il dissenziente è sempre minoritario e viene messo a tacere. C’è il rischio di rinforzare la tesi che si vorrebbe combattere». Dalla pandemia alle battaglie pro-vaccini fino al paragone Putin-Hitler, secondo Freccero la propaganda tv prosegue nel tentativo di proporre un’unica verità senza possibilità di dissentire davvero: «La censura è sempre da condannare. In questo caso però il discorso non è tanto di libertà di espressione, ma proprio di propaganda che non ammette contraddizione. Sembra di vivere nel contesto americano del maccartismo». Freccero in questo appoggia Orsini contro la condanna quasi unanime degli altri ospiti nei talk dove presenzia: «lui prova a valutare gli eventi senza fanatismo ma nel contesto attuale non è ammesso: chi cerca di capire viene presentato come un disertore ed un nemico della patria».