Alessandro Orsini, saggista, storico ed esperto di terrorismo, ha recentemente parlato della guerra in Ucraina sulle pagine del Fatto Quotidiano. Il conflitto, secondo l’esperto, ha tutte le carte in regola per una rapida escalation che porterebbe in guerra il mondo intero, nel caso in cui ovviamente non si faccia il possibile per intervenire, pacificamente, mentre la Cina in questo momento sarebbe una sorta di osservatore, pronto a fare la sua mossa sulla scacchiera internazionale.
La direzione della Cina, neanche a dirlo, è ovviamente quella di Taiwan, secondo Orsini, così come dimostrerebbe l’incontro tra Putin e Xi Jinping. “La mia tesi”, spiega, “è che la Cina abbia iniziato a concepire la guerra in Ucraina come la prima fase della guerra per Taiwan“, e lo dimostrano anche le parole del premier giapponese Funio Kishida secondo cui “l’Ucraina oggi potrebbe essere l’Asia dell’Est di domani”. In altre parole, spiega ancora Alessandro Orsini, “se la Russia vincesse oggi in Ucraina, la Cina avrebbe maggiori probabilità di vincere domani a Taiwan” e secondo lui sfugge a molti, “la saldatura geopolitica tra Ucraina e Taiwan prende corpo ogni ora speditamente. Stiamo attenti, è un fatto grave, molto sottovalutato”.
Orsini: “La Commissione UE è corrotta”
Alessandro Orsini però non è sicuro che la Cina entri in guerra al fianco della Russia contro l’Ucraina, ma è sicuro che se succedesse “renderebbe più probabile la terza guerra mondiale. La guerra”, sostiene perentorio, “deve essere fermata subito. Andando avanti, le cose potranno soltanto peggiorare”. È evidente, secondo lo storico, che “il mondo sta assumendo sempre più l’aspetto di un campo di battaglia solcato da due grandi blocchi: quello della Nato e quello sino-russo”.
“Il fatto che l’Unione europea abbia deciso di super-produrre munizioni”, continua Orsini, “conferma che la Commissione europea è completamente ‘corrotta’, nel senso inteso da Vilfredo Pareto” secondo cui una classe dirigente lo è “quando smarrisce la propria capacità di guida. È esattamente ciò che abbiamo davanti agli occhi: Ursula von der Leyen è incapace di guidare; non riesce a fare altro che parlare di armi e invocare munizioni”. Similmente, conclude Orsini, “non meno impressionante è la corruzione della classe dirigente italiana, che opera unicamente come megafono della propaganda della Casa Bianca”. Ed avverte anche delle conseguenze, “una classe dirigente morta trascina la società nel baratro”.