Il sociologo, nonché direttore del Centro per lo Studio del Terrorismo dell’Università di Roma Tor Vergata, Alessandro Orsini, nella serata di ieri è stato ospitato nella trasmissione “È sempre Cartabianca” dove ha parlato della guerra tra Israele e Hamas, che si combatte ormai da 96 giorni. Come di consueto, l’opinionista ha presentato la sua posizione, in netta controtendenza rispetto alla maggioranza occidentale, di ferma accusa ad Israele e, soprattutto, agli USA.
Partendo dalla posizione in cui si trova Hamas, Alessandro Orsini spiega che grazie al conflitto “si è rafforzato, ha più militanti di quanti ne avesse il 7 ottobre, è molto più determinata a combattere, è meglio organizzata e più motivata dal gigantesco sostegno popolare. Questo emerge”, sottolinea, “anche dalle parole di John Kirby (portavoce del dipartimento di Stato USA, ndr.) al quale una giornalista ha rivolto una domanda piena di sarcasmo” chiedendo “quanti militanti di Hamas bisogna ancora uccidere per sradicare l’organizzazione?”, spiega Alessandro Orsini, “e lui ha risposto con grande imbarazzo che ‘sulla base delle info di cui disponiamo è ancora in grande forza‘”.
Orsini: “A Gaza è indubbiamente in corso un genocidio”
Parlando, in generale, di cosa sta succedendo a Gaza, Orsini spiega che “dobbiamo guardare agli usa e a cosa sta facendo Blinken. Si immagini un gruppo di bambini che viene massacrato da alcuni criminali e un energumeno, nel nostro caso Blinken, che blocca tutti coloro che cercando di soccorrerli. Lui non si trova in Medio Oriente per salvare i palestinesi, ma per intervenire contro chiunque intervenga contro Israele. La verità”, accusa il sociologo, “è che i bambini palestinesi vengono ammazzati dai proiettili di Biden, che arma Israele ed è responsabile con Netanyahu del massacro a Gaza”.
“L’evidenza scientifica”, spiega ancora Orsini, “suggerisce che gli USA non hanno posto nessuna linea rossa, un fatto oggettivo e documentato. Gli hanno dato carta bianca. La ragione per cui non l’hanno fatto è che non vogliono farlo”. Differentemente, “l’obiettivo di Israele è la pulizia etnica, che è quello che sta accadendo e ricordo che il Sudafrica l’ha denunciato per genocidio al tribunale dell’Aia. Citando la convenzione internazionale”, analizza ancora Orsini, “si ritene genocidio anche il massacro parziale di un popolo, anche se molti ritengono erroneamente che se ci sono 2 milioni e mezzo di abitanti, solo uccidendoli tutti si può parlare di genocidio. Quando studiamo l’olocausto”, spiega, “parliamo di genocidio anche se, fortunatamente, non furono uccisi tutti gli ebrei. Quello che sta succedendo a Gaza è indubbiamente un genocidio“.