Alessandro Orsini torna a far discutere per le sue dichiarazioni sulla guerra in Ucraina. In particolare, è il suo intervento di ieri sera a Cartabianca a infiammare il dibattito nell’opinione pubblica. “Io non ragiono in un’ottica politica, ma umanitaria. Preferisco che i bambini vivano in una dittatura e non muoiano sotto le bombe in nome della democrazia. Un bambino può essere felice anche in una dittatura”, ha dichiarato il professore di sociologia del terrorismo internazionale. Ma andiamo con ordine. All’inizio del suo intervento ha affermato che per lui è un momento impegnativo: “In questo momento viviamo un’ondata di maccartismo, non si può riflettere sulle cause della guerra, non si può dire che le politiche espansive della Nato hanno fatto dei disastri. Tutti quanti dobbiamo dire la stessa cosa”. Grida alla censura, ma è in tv da settimane a dire la sua, come accade quando si vive in uno stato democratico.



Poi ha cominciato la sua invettiva contro il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. “Io penso che debba fare pace con se stesso”, ha attaccato il presidente della Luiss. Per lui va stabilito un principio: “Se questa è una guerra che riguarda solo l’Ucraina e la Russia, Zelensky fa quella che vuole”. Se invece coinvolge altri Paesi, come l’Italia che “rischia di avere migliaia di imprese spazzate via a causa di queste sanzioni e tantissimi disoccupati, se rischiamo una guerra nucleare, Zelensky deve darsi una calmata. Non può pensare di decidere da solo, di precipitarci nella terza guerra mondiale”.



ORSINI “ZELENSKY POLITICAMENTE INCAPACE”

Il professor Alessandro Orsini ha citato il Wall Street Journal, secondo cui cinque giorni prima dell’invasione della Russia, il cancelliere tedesco Scholz aveva tentato una mediazione con il presidente ucraino Zelensky, chiedendogli di rinunciare alla Nato e dichiarare la neutralità dell’Ucraina in cambio di una de-escalation. “Lui si è drasticamente rifiutato. Le strade sono due: o fa questa guerra completamente da solo o se siamo coinvolti deve accettare che l’Italia e l’Europa abbia una voce in capitolo”. Il docente della Luiss ha le idee chiare su quale dovrebbe essere la posizione italiana. “Secondo me dobbiamo fare una dichiarazione ufficiale molto forte, dicendo a Putin che non riconosciamo ma ci rendiamo disponibili a riconoscere a guerra in corsa il Donbass e la Crimea, in modo tale da spiazzare Zelensky”. Dunque, il governo italiano dovrebbe mettersi a capo della diplomazia e fare questa mossa strategica. “Non affido la situazione a Zelensky, perché quest’uomo è totalmente incapace di gestire la situazione, dobbiamo innanzitutto proteggerlo da se stesso, perché politicamente è un incapace totale”. A questo punto è entrato nel merito della sua prospettiva umanitaria, non politica.



“MEGLIO BAMBINI VIVI IN DITTATURA CHE…”

Per quanto io sia innamorato della civiltà liberale, per quanto abbia sempre promosso i valori del liberalismo, per me la vita dei bambini è più importante della democrazia e della libertà. Un bambino anche in una dittatura può essere felice, può vivere dell’amore della famiglia”, ha spiegato Alessandro Orsini a Cartabianca. Bianca Berlinguer dal canto suo gli ha ricordato che il presidente Volodymyr Zelensky è stato legittimamente eletto dagli ucraini, i quali non la pensano affatto come il docente della Luiss sulla resa. “Non è esattamente così. Io sono in contatto con persone che combattono a Mariupol e questa è una rappresentazione, e lo dico con grande rispetto, distorta della realtà. Tendiamo a pensare che gli ucraini siano una sola persona con un solo modo di pensare, ma ci sono ucraini che preferiscono porre fine a questa guerra perché non vogliono morire, preferiscono che la Russia si prendano Donbass e Crimea. Ci sono tanti ucraini che vorrebbero che Zelensky facesse un compromesso”.

“BOMBE PER ESPORTARE DEMOCRAZIA OCCIDENTALE…”

All’indomani del suo intervento a Cartabianca, Alessandro Orsini è intervenuto su Facebook con un post per precisare la questione dei bambini. “Non ho detto che voglio che i bambini vivano sotto una dittatura. Questo è assolutamente falso”. Quindi, ha spiegato: “Ho detto che preferisco che i bambini vivano in una dittatura piuttosto che sotto le bombe per esportare la democrazia occidentale. Ho poi aggiunto che un bambino può essere felice sotto una dittatura, ma non può esserlo sotto le bombe. In sintesi, preferisco che i bambini vivano in democrazia”. Per il docente della Luis se si deve scegliere tra le bombe democratiche sulla testa dei bambini e la dittatura (salvo poi dire che Vladimir Putin è pronto a sganciare la bomba atomica), che assicura la pace sociale, “preferisco, per i bambini e non per me, la dittatura”. Ma ciò per Orsini “non toglie che sarei pronto a combattere per difendere la democrazia italiana. Certi salti logici sono soltanto distorsioni e strumentalizzazioni”. Quindi, il fatto che non voglia la guerra per i bambini della Siria non implica per Orsini che non sarebbe disposto a battersi per la difesa della democrazia contro un invasore o che non apprezzi i partigiani che hanno combattutto contro il nazi-fascismo.