I 40 ANNI DAL FILM SIMBOLO SULLA DISTOPIA DI GEORGE ORWELL: IL “1984” DI MICHAEL RADFORD
40, come gli anni passati dall’uscita esatta (era il 10 ottobre 1984) del film di Michael Radford sull’opera prima di George Orwell; 1984, come il libro che ha cambiato la percezione globale delle ideologie totalitarie; 2, come le Verità che il “Grande Fratello” totalitario voleva considerare. La prima “verità” è quella difesa e propagandata dal Ministero della Verità orwelliano, l’altra è quella che si voleva nascondere tramite una “nuova lingua”, una nuova narrazione e un’ideologia pronta a tutto per nascondere la libera verità dei fatti.
Ora, non siamo impazziti e non stiamo dando i numeri a caso ma ci permettiamo di riflettere su un capolavoro della distopia mondiale – il romanzo – e su un film che riteniamo abbiamo raccolto molto meno di quanto effettivamente meritava. Se infatti grandi rivoluzioni del cinema mondiale si è visto con i vari “Blade Runner”, “Gattaca”, “Matrix” e compagnia, con il film realizzato da Radford non si è avuto oggettivamente la stessa resa sia per il pubblico che per gli incassi. Eppure, riguardando questo capolavoro al giorno d’oggi non può che saltare all’occhio quel senso di “decadenza” e di “apocalitticità” che le immagini del film britannico “Orwell 1984” restituiscono allo spettatore. Spesso ci si imbatte in film che si distanziano e peggiorano le sceneggiature originali dei romanzi d’origine, spesso la resa cinematografica distorce il senso del libro: ecco il merito del regista è non solo di aver fatto uscire il film sul libro di Orwell, scritto nel 1948, nel giusto anno di ambientazione della storia. Radford ha ripreso fedelmente ogni scena come raccontata nel romanzo, addirittura girando alcune scene gli esatti giorni contati nel plot di Orwell.
ALLE “ORIGINI” DELL’IDEOLOGIA WOKE: IL FILM (E L’OPERA) DI ORWELL PARLA AL MONDO DI OGGI CHE INFATTI PROVA A CENSURARLO
Da Richard Burton a Suzanna Hamilton, fino al protagonista Winston Smith interpretato da magistralmente da John Hurt, il cast ha aiutato ulteriormente la realizzazione di un film che sembra uscito direttamente come traduzione in immagini delle pagine di Orwell. Questo 1984 cinematografico presenta tutti i temi chiave del romanzo – dalla critica feroce ad ogni tipo di totalitarismo (non solo il nazismo ma anche il comunismo, nota di merito per lo scrittore inglese socialista che già nel ’48 vedeva i “semi” futuri del disastro sovietico) fino agli orrori come sorveglianza totale, controllo e propaganda linguistica – e restituisce il senso di soffocamento, di grigiore generale per una realtà che non sembra più avere speranze di poter ritornare allo splendore pre-guerre.
Il film, così come il libro, è così tanto fedele al racconto di una ideologia totalizzante in grado di annientare la libertà umana – fino ad impedirgli il riconoscimento della verità fattuale delle cose e dei sentimenti – che non può che parlare anche al mondo di oggi, dove ci si illude di aver sconfitto l’ideologia totalitarista salvo poi essere sfidati ogni giorno da teorie “di massa” come il politicamente corretto, il razzismo e la cancel culture. Quello che in Usa definiscono come “woke” era già raccontato in parole e immagini (grazie appunto al film “Orwell 1984”) dal capolavoro distopico: un linguaggio da riscrivere per non urtare l’ideologia dominante, una cultura pronta a cancellare quelle precedente per instaurare le “nuove verità”, così come l’annientamento culturale e sociale dell’individuo che osa pensare con la propria testa e non si accoda all’opinione comune “imposta”. Come scriveva lo stesso Orwell in alcune lettere inedite ritrovate di recente, il rischio di un mondo futuro con ancora il totalitarismo avrebbe secondo lui portato a «dubitare della verità oggettiva» e della stessa libertà. In alcuni regimi attuali la “psicopolizia” o “polizia morale” già esiste, così come molte delle infauste profezie di Orwell (tipo la censura nelle università nel nome di una “cancel culture” quanto mai nefasta). Ebbene, un modo interessante di paragonarsi con quella grande opera oltre a leggerla (sempre consigliata) è appunto immergersi nel film uscito nel 1984 e dedicato al 1984. Il vero “Grande Fratello” raccontato da Orwell va conosciuto, studiato e sfidato per una libertà umana tutta da guadagnare al di fuori della ideologia.